Collegio Santa Chiara
Eccellere. Questo sembra essere l’imperativo categorico della nostra società. Non sono ammessi tentennamenti né soprattutto fallimenti. Ma proprio a questa eventualità della vita, con cui tutti facciamo i conti, è stato dedicato l’incontro “Cosa accade prima e dopo un fallimento?” che fa parte del ciclo “Non essere qui senza esserci” organizzato dalla èquipe educativa del Collegio. Il relatore è stato Enzo Governale, direttore delle Comunicazioni sociali della nostra Diocesi. Abbiamo approfondito con lui il perché di questa scelta.
Enzo, perché hai deciso di parlare di fallimento con i ragazzi del Santa Chiara?
«Ho scelto questo argomento non perché lo abbia studiato approfonditamente ma perché ho deciso di vivere la vita intensamente e questo comporta anche fallire».
Per quale motivo hai pensato che questo argomento potesse essere d’aiuto per loro?
«Perché se io alla loro età avessi incontrato qualcuno in grado di spiegarmi che cosa vuol dire fallire, e che cosa si nasconde dietro ai processi e meccanismi decisionali, forse mi sarei evitato qualche sofferenza».
Che riscontro hai visto nei presenti?
«Ho visto la reazione di ragazzi di vent’anni nella società di oggi, che non concede il fallimento che non permette alle persone di fermarsi e capire che cosa è successo nei 15 secondi precedenti, perché nei 15 successivi vengono già bombardate da altre informazioni, eventi, cose che accadono. La definirei una reazione silenziosa, proprio perché non c’è l’abitudine a fermarsi a capire perché le cose sono andate male, senza dare la colpa ad agenti esterni come la fortuna o il caso».
Qual è il messaggio più importante che vorresti fosse arrivato ai ragazzi?
«Che non sono soli: soprattutto all’interno del Collegio hanno persone che sono lì per ascoltarli e accompagnarli alla scoperta del fallimento e della possibilità di resurrezione da esso».
Qual è il modo giusto quindi di guardare a un possibile fallimento universitario, per restare aderenti a una realtà a loro vicina?
«Il fallimento, come un esame andato male, è un segno che non deve “segnare”: è un indice del fatto che qualcosa è andato storto nel processo decisionale, nelle motivazioni che ci hanno spinto a prendere quella decisione, nell’ambiente che ci circonda ma non deve segnarci come esseri umani, perché la salvezza non passa attraverso i nostri errori».
Possiamo dire che l’errore è il frutto di decisioni sbagliate?
«Sì, ricordandosi che queste decisioni possono comunque essere riviste per il futuro, cambiate. L’errore è ciò che fa male a noi e agli altri, non deve essere visto come un evento che dà forma alla nostra vita, ma che semplicemente la scalfisce».
Cosa bisogna fare per riuscire a guardarlo in maniera diversa (e a non reiterarlo)?
«Ciò che serve molto in questi casi è stare con le altre persone, quindi vivere in una comunità. Per evitare di “ricascarci”, di ripetere ogni volta lo stesso processo decisionale che ci porta sempre a fare lo stesso errore, bisogna confrontarsi con gli altri perché da soli difficilmente riusciamo a essere lucidi e consapevoli. Un’esperienza di vita all’interno del Collegio può aiutare anche in questo».
«Questo incontro è stata l’occasione per guardare assieme ai ragazzi all’errore. Non solo però nella dimensione più umana e psicologica ma anche in quella più alta della fede. Abbiamo provato a rileggere l’errore, la crisi, la prova nella prospettiva dell’Amore di Dio» aggiunge Carlotta Testa, direttrice del Collegio. «Visto con lo sguardo di Gesù, l’errore ci ferisce ma non ci condanna, essendo noi tutti figli di un Padre Misericordioso che ci ama. È una prospettiva che mette pace, che restituisce speranza e che noi nei nostri momenti insieme citiamo sempre: è la cifra stilistica del nostro lavoro educativo».
Prossimi incontri al Collegio
Anche per l’anno accademico 2022-2023 ai ragazzi che hanno scelto come casa il Santa Chiara verrà offerta l’occasione di partecipare a degli incontri formativi. «Il programma vuole offrire un’occasione di crescita personale e culturale: abbiamo inserito nel percorso di Collegio incontri con relatori esterni, da alternare a momenti di confronto tra i ragazzi e l’équipe, per accompagnare il vivere insieme» spiega Carlotta Testa (nella foto qui sotto), direttrice del Collegio.
«Li chiamiamo “incontri di comunità di Collegio” perché la ragione per cui li organizziamo e invitiamo tutti i residenti a partecipare è proprio vedere insieme come sta andando la convivenza all’interno del Santa Chiara, come si vive nel concreto della vita di tutti i giorni il “Bentornato a casa” che si trova scritto sul muro all’ingresso e che rappresenta il cuore del nostro agire».
Nei prossimi numeri di Voce vi racconteremo nel dettaglio il programma del nuovo ciclo di incontri, dal titolo “L’abbecedario per lo studente”. Sono ancora disponibili gli ultimi posti letto per studenti universitari che desiderano venire a vivere ad Alessandria: al link bit.ly/iltuopostoincollegio trovate tutte le informazioni per riservarne uno.
Inoltre, al “Favorite!”, il locale all’interno del Complesso Santa Chiara, per gli studenti universitari e delle scuole secondarie di secondo grado c’è la possibilità di pranzare con soli 7 euro: per sapere come acquistare i carnet basta andare sul sito collegiosantachiara.com nella sezione “Blog” o scrivere su Whatsapp al numero 351 63 04 935.
Zelia Pastore
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