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La “Pacem in terris”

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La Pacem in terris di papa Giovanni XXIII, di cui ricorre l’11 aprile il sessantesimo anniversario, è certamente una delle encicliche più importanti del Novecento. Essa fu accolta da persone e ambienti anche fuori del mondo cattolico, con grande entusiasmo e speranza e fu molto apprezzata da gran parte dei governanti della terra.

Fu inoltre la prima enciclica ad essere indirizzata non soltanto ai vescovi o ai fedeli cattolici, ma anche «a tutti gli uomini di buona volontà», emanata in un momento particolare sia per la Chiesa, riunita da un anno nel concilio Vaticano II, sia per il mondo, che in quei mesi (con la cosiddetta crisi di Cuba) aveva sperimentato la paura di una tremenda guerra atomica, e viveva in una logica di contrapposizione – una «guerra fredda» – imposta dalle due superpotenze dominanti.

L’enciclica giovannea voleva così offrire a tutte le persone di buona volontà una trattazione ampia del tema della pace, nei rapporti sia con la comunità politica, sia con quella internazionale, toccando temi etici molto sensibili e di grande attualità, ieri come oggi. L’enciclica fu firmata da Giovanni XXIII davanti alle telecamere della Rai, l’11 aprile 1963 e nel presentarla al mondo, il papa espresse parole molto alte e significative: «L’enciclica con il suo volto e i caratteri ecumenici, è capace di essere universalmente intesa da tutti. I suoi elementi sono tali da captare il consenso di tutti gli esseri intelligenti e liberi, anche di quelli che non condividono la fede».

Il cuore di una lettera ancora così attuale, infatti, è il tema della pace nel mondo, che viene legato alle questioni della libertà e della giustizia, della necessità del disarmo e della pericolosità della moderna corsa al riarmo, che rende il mondo più insicuro, poiché «gli uomini vivono sotto l’incubo di un uragano che potrebbe scatenarsi in ogni istante con una stravolgenza inimmaginabile» (n. 111), ma anche più povero e più esposto alla sfiducia. Sessant’anni dopo è un’impressione forte quella prodotta dalla rilettura della Pacem in terris.

I contenuti dell’enciclica per noi sono per certi aspetti ovvi e scontati e per certi altri talmente disattesi e trascurati da apparire quasi sorprendenti. Su questi aspetti e sull’attualità di un messaggio di Pace in tempo di guerra, discuteranno martedì 11 aprile 2023 il prof. Giorgio Barberis, politologo, dell’Università del Piemonte Orientale, il prof. Ciro De Florio, filosofo, dell’Università Cattolica di Milano, e il prof. don Stefano Tessaglia, storico, della Diocesi di Alessandria.

L’incontro, promosso dalla Diocesi di Alessandria, con il patrocinio del Comune di Alessandria, e la collaborazione dell’Università del Piemonte Orientale, dell’Azione Cattolica, del Movimento ecclesiale di impegno culturale, dalla Comunità di Sant’Egidio e dal Centro di Cultura-Gruppo operatori dell’Università Cattolica, si terrà presso la sala seminari dell’Upo, via Mondovì 8, a partire dalle ore 18.

don Giuseppe Di Luca
Responsabile Area Pastorale Cittadinanza

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