Uniti nel dono
La terza domenica di settembre si è celebrata in tutta Italia la Giornata nazionale di sensibilizzazione alle offerte per i sacerdoti. Uno strumento, quello delle offerte, ancora poco diffuso ma dal grande valore pastorale, come ci spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, Massimo Monzio Compagnoni. «Le offerte per i sacerdoti sono un pilastro fondamentale del sostentamento del clero, molto più di quello che si potrebbe immaginare limitandosi a guardare solamente i numeri». Entra subito nel vivo della questione Compagnoni, al quale da poco più di tre anni la Cei ha affidato la guida del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. Le cifre, nude e crude, potrebbero far nascere qualche dubbio. Nel 2022 per mantenere gli oltre 32.000 sacerdoti a servizio delle Chiese che sono in Italia sono stati necessari poco più di 500 milioni di euro, una somma che le offerte deducibili raccolte nell’anno (8 milioni e mezzo di euro) sono riuscite a coprire solamente per l’1,6%. Quasi il 70% di quel fabbisogno, invece, è stato soddisfatto dai fondi derivanti dall’8xmille.
Perché allora non concentrare gli sforzi della comunicazione solo su quel fronte e lasciar stare la promozione delle offerte?
«Sarebbe un errore imperdonabile, soprattutto da un punto di vista pastorale. È vero che il nostro Servizio deve misurarsi con i numeri, saper leggere i segni dei tempi, valorizzare la comunicazione e far tesoro dei dati e delle ricerche. Ma la Chiesa non è un’azienda! È innanzitutto comunione di fratelli, è la famiglia dei figli di Dio. E come ogni famiglia che si rispetti deve saper condividere tutto: la fede, le motivazioni, le riflessioni… ma anche i conti e le necessità materiali».
E cosa c’entrano le offerte con questo discorso?
«Le offerte sono uno strumento importantissimo per alimentare la consapevolezza del reciproco affidamento in cui vivono i sacerdoti e le comunità ecclesiali, sia a livello parrocchiale che diocesano. I sacerdoti sono chiamati a spendersi interamente per le comunità loro affidate, e lo fanno ogni giorno in modo silenzioso e bellissimo. E quale è la nostra parte? Qual è il ruolo della comunità dei fedeli? La risposta più chiara e incisiva, secondo me, ce l’ha lasciata il Card. Nicora, uno dei padri fondatori del sistema di sostentamento, nato quasi 40 anni fa. Secondo lui siamo davvero corresponsabili quando la disponibilità a sentirci parte della vita della Chiesa arriva a tal punto che parlare di aspetti economici diventa normale».
È per questo che ogni anno viene celebrata la Giornata nazionale?
«Esattamente. Questa disponibilità non è scontata, o acquisita una volta per tutte. Negli ultimi anni stiamo cercando di non limitare questa attenzione alla sola domenica della Giornata nazionale (quest’anno è stata il 17 settembre), ma di estenderla almeno ai due mesi e mezzo successivi, fino alla fine di novembre, il periodo in cui diffonderemo anche attraverso i mezzi di comunicazione l’annuale campagna di sensibilizzazione».
Quale sforzo chiedete alle comunità cristiane, soprattutto in questo periodo?
«L’obiettivo è che tutti coloro che si sentono parte viva della comunità si sentano coinvolti anche economicamente nel suo sostentamento. Ciascuno, ovviamente, per quanto può dare. È il gesto del fare un’offerta che è importante, perché testimonia la consapevolezza della propria corresponsabilità. Ed è verso questo obiettivo che chiediamo l’indispensabile contributo della rete di incaricati territoriali (parrocchiali e diocesani) con cui collaboriamo, realizzando anche progetti specifici come “Uniti possiamo”».
Cosa chiedete, invece, ai sacerdoti?
«Di non avere paura di chiedere alla comunità. Non vuol dire essere inopportuni, ma piuttosto aiutarla a vivere con responsabilità il proprio ruolo da protagonista. Anche nel sostegno economico».
COME DONARE
Per sostenere i sacerdoti diocesani con le offerte Uniti nel dono, si hanno a disposizione 4 modalità:
1. Conto corrente postale. i può utilizzare il c/c postale n. 57803009 per effettuare il versamento alla posta.
2. Carta di credito. Grazie alla collaborazione con Nexi, i titolari di carte di credito Nexi, Mastercard e Visa possono inviare l’Offerta, in modo semplice e sicuro, chiamando il numero verde 800 825000 oppure collegandosi al sito Internet www.unitineldono.it/dona-ora.
3. Versamento in banca. Si può donare con un bonifico sull’iban IT 90 G 05018 03200 000011610110 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero specificando nella causale “Erogazioni Liberali” ai fini della deducibilità. L’elenco delle altre banche disponibili a ricevere un ordine di bonifico è consultabile su www.unitineldono.it/dona-ora/.
4. Istituti diocesani sostentamento clero. Si può anche effettuare il versamento direttamente presso gli Istituti diocesani sostentamento clero (elenco Istituti diocesani sostentamento clero www.unitineldono.it/lista-idsc). L’offerta è deducibile. Il contributo è libero. Per chi vuole queste offerte sono deducibili dal proprio reddito complessivo, ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali, fino a un massimo di 1032,91 euro annui. L’Offerta versata entro il 31 dicembre di ciascun anno può essere quindi indicata tra gli oneri deducibili nella dichiarazione dei redditi da presentare l’anno seguente. Conservare la ricevuta del versamento.
SCOPRI DI PIU
Scopri le storie, i volti e i protagonisti delle comunità cattoliche che in tutta Italia camminano insieme con i loro pastori sul sito unitineldono.it. Un sito ricco di contenuti video e di testimonianze, raccolte anche nella rivista “Sovvenire”, consultabile liberamente online e disponibile in molte delle parrocchie d’Italia o presso gli Istituti diocesani sostentamento clero. Resta aggiornato sulla campagna sui social: cercando “Uniti nel dono” troverai contributi e spunti sempre nuovi su Facebook, Twitter, Instagram e sul canale YouTube.
Sul sito unitineldono.it potrai anche effettuare la tua offerta, grande o piccola che sia, in tutta comodità e semplicità: il 100% del tuo contributo arriverà direttamente ai sacerdoti che, ogni giorno, ci sono per tutti.