L’Editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici, cari lettori,
mi sembra che questo numero di Voce sia ricco di notizie e indicazioni utili per iniziare l’Avvento da cristiani. Da cristiani, insisto. Non da “atei pratici” che vanno a Messa, ma poi ragionano come tutti, e nel cuore e nella mente hanno solo le loro quattro cose da mettere a posto: i regali, il pranzo di Natale, i soldi, la carità (pelosa) e così via. Nel gruppo mi ci metto anch’io, eh… non sono migliore di voi.
Ma quando incontro qualcosa di vivo, che mi risveglia dal torpore in cui siamo tutti normalmente immersi, ho come un contraccolpo. E allora scrivere l’editoriale diventa più facile, le parole vengono da sole.
Vi suggerisco di andare a pagina 6, dove troverete la storia di Francesco e Giovanna raccontata dal nostro Alessandro Venticinque. Che cosa c’è di straordinario in questa vicenda? Non tanto che sia nata un’associazione che sicuramente porterà del bene a tante persone; ma è interessante la dinamica che ha fatto scaturire qualcosa che prima non c’era: la commozione, il non poter più rimanere fermi di fronte al bisogno altrui.
Dice Giovanna: «A giugno, parlando con mio marito, riflettevamo sul fatto che chi ha problemi economici non può sostenere tutte le terapie. E, per esperienza personale, più passa il tempo e più il bambino rimane indietro. Bisogna agire sin dalla prima infanzia, per avere dei miglioramenti costanti. Ci siamo chiesti come aiutare le famiglie in difficoltà».
È qui che Cristo accade. Se non accade, è una rievocazione, un messaggio insipido o il frutto di un piano pastorale (quasi sempre fallimentare, come sappiamo). Gesù non è morto e risorto per lasciarci della roba da leggere (a cura dei suoi discepoli) da imparare a memoria, prima di un Suo eventuale ritorno. Egli è vivo, è una Presenza: c’è e opera adesso, in questo istante. E quando ho la grazia di riconoscerLo, non posso fare a meno di dirvi dov’è.
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