Terrasanta senza pace
Di nuovo razzi, scontri e vittime a Gerusalemme, dove da alcuni giorni si sono riaccesi violenti conflitti nella parte est della città tra palestinesi e israeliani. «Un vero disastro. È stata una notte drammatica. Ma non è ancora finita. Qui si contano 24 morti, tra questi 10 sono bambini, 6 donne e anche una persona disabile. I feriti sono più di 100. In nome di Dio le parti in lotta si fermino»: è la testimonianza, raccontata ad AgenSir, del parroco latino di Gaza, padre Gabriel Romanelli. Gli scontri sulla Spianata delle moschee di Gerusalemme si sono allargati anche alla Striscia di Gaza dopo l’ultimatum di Hamas che chiedeva a Israele di ritirarsi dalla Spianata delle Moschee. «La piccola comunità cattolica (circa 120 fedeli) al momento sta bene ma c’è tanta paura. Non sappiamo come andrà a finire, l’impressione è che ne avremo per molto» aggiunge il sacerdote.
Le milizie palestinesi, nei loro media, hanno definito il lancio di razzi “Operazione Spada di Gerusalemme”. In un video diffuso sul web, l’ala militare di Hamas ha affermato: “Gerusalemme ha chiamato, Gaza ha risposto”. Sono 1.050 i razzi e colpi di mortaio lanciati dalla Striscia contro Israele: lo ha detto il portavoce militare spiegando che l’85% è stato intercettato mentre circa 200 sono esplosi all’interno della Striscia.
In risposta, l’operazione israeliana, denominata “Guardiani del muro”, ha compiuto oltre 500 attacchi. Tra questi una serie di raid aerei contro 130 obiettivi palestinesi. Tra cui la casa di un comandante di un battaglione di Hamas, un sito di produzione di munizioni, il quartier generale dell’intelligence del gruppo di resistenza islamica e complessi militari di Hamas e della Jihad. La situazione, in continua evoluzione, nelle ultime ore non sembra migliorare. Anzi, il confitto sembra farsi più duro.
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