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Astigmatismo, occhio pigro ed esame della vista/2

La pediatra Sabrina Camilli

Prosegue il nostro viaggio per curare la vista dei piccoli assieme alla nostra pediatra di fiducia, la dottoressa Sabrina Camilli. Nella scorsa puntata abbiamo parlato di miopia ed ipermetropia, oggi affrontiamo altri difetti della vista da conoscere e prevenire.

Dottoressa, cosa si intende con astigmatismo?

«Nell’astigmatismo la visione è sfocata e le immagini sono deformate nei contorni. È legato ad un difetto dell’occhio, in particolare della cornea, che presenta una forma ellissoidale invece che sferica. L’immagine viene proiettata non in un punto preciso della retina ma in una zona più estesa. In casi più rari è legato a un difetto di curvatura del cristallino».

Come si fa e come bisogna interpretare l’esame della vista?

«Il pediatra durante il bilancio di salute dei 3 anni esegue lo Stereotest di Lang, dove su di una cartolina insieme di punti bianchi e neri formano delle figure (come un gatto o una stella) e che il bimbo senza difetti visivi riesce a vedere in rilievo: durante il test dovrebbe cercare di toccarli. Verso i 3 anni si possono utilizzare le tavole ottotipiche che mostrano un insieme di simboli (animali, disegni, lettere dell’alfabeto) disposti su più righe e che il bimbo deve a richiesta riconoscere. Viene eseguito con maggior precisione dall’oculista. Dopo i 6 anni le visite sono quelle classiche».

Cosa sono i decimi e le diottrie?

«Proprio i decimi si misurano con la tavola ottotipica: è il sistema per misurare un difetto visivo e si basa sulla righe di lettere che il paziente riesce a leggere. I dieci decimi corrispondono alla visione normale. Le diottrie invece si riferiscono alla capacità di correzione della lente posta davanti all’occhio. Quindi decimi e diottrie sono due cose completamente diverse».

A che cosa devono prestare attenzione i genitori?

«È fondamentale il ruolo dei genitori nel riconoscere precocemente eventuali difficoltà visive del proprio figlio. Per esempio, bisognerebbe notare, entro il primo anno, se il bambino fissa il volto della mamma e se segue gli oggetti che si muovono davanti a lui: nel fare questo i suoi occhi lacrimano? Dopo i sei mesi sembra strabico? Sopporta la luce? Dopo il primo anno bisogna osservare invece se il bimbo vede bene e se tende a portare gli oggetti vicino al viso per guardarli meglio. Per esempio, si avvicina tanto al televisore? Si sfrega gli occhi? Anche a questa età si può controllare se la sopportazione della luce è buona e se sembra che sia presente uno strabismo. Nel bimbo più grande si potrebbe pensare ad un ipo-visus se soffre di cefalea o di capogiri. Bisogna quindi fare caso a disturbi come l’ammiccamento, l’arrossamento delle palpebre, il bruciore o il prurito agli occhi oppure a difficoltà nei lavori manuali o nell’apprendimento. Dobbiamo sapere che circa il 5-10% dei bambini presenta un difetto visivo non diagnosticato e di questi il 2-5% è affetto da strabismo o da ambliopia, il cosiddetto “occhio pigro” che lavora meno e diminuisce la sua capacità di visione. L’intervento precoce dà buoni risultati e sicuramente un miglioramento dei sintomi ma soprattutto della visione».

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