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Corte Suprema – Il Presidente nominerà i nuovi giudici

LA VOCE dei DIRITTI. L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America ha reso evidente la volontà di rottura del rispetto alle politiche che hanno caratterizzato gli ultimi otto anni; altrettanto evidente è l’emersione di un elettorato finora poco conosciuto, o forse volutamente ignorato, dai media mainstream.

Nessuno è in grado, ovviamente, di prevedere l’intensità del cambiamento: le promesse di una campagna elettorale incandescente e velenosa, infatti, dovranno confrontarsi con la realtà – e  la responsabilità – del governare.

Il Presidente, però, sa di avere tra le mani una carta determinante per gli Stati Uniti, e, di riflesso, per l’intero occidente: la nomina dei giudici della Corte Suprema.

La Corte, che ha funzioni ampiamente paragonabili con quelle della nostra Consulta, è chiamata a dare interpretazione alla Costituzione americana: con le sue decisioni, spesso frutto di contrasti all’interno dello stesso collegio giudicante, ha inciso sulla società americana ben più di qualsiasi legislatore. La legalizzazione dell’aborto, per esempio, non è stata compiuta attraverso una legge, bensì con la sentenza “Roe vs. Wade” del 1973.

I nove giudici restano in carica a vita, dispiegando così la loro influenza su un periodo ben maggiore di qualsiasi presidente: di qui la grande importanza della scelta. E’ stato questo il caso del Giudice Antonin Scalia, cattolico e conservatore, nominato nell’era Reagan e “sopravvissuto” a quattro presidenti,  scomparso nei primi mesi di quest’anno: era intenzione di Obama sostituirlo con un “liberal”, per imprimere una svolta alla giurisprudenza e “perpetuare” la propria visione politica, ma si è scontrato con l’opposizione di un parlamento ostile.

L’intenzione annunciata di Trump è quella di nominare un giurista “pro-life”, contrario all’aborto e ai “nuovi diritti” di stampo “liberal”.

Un brusco cambio di rotta rispetto ad una strada che sembrava segnata, una prospettiva nuova che si apre, per l’America e per il mondo.

Eugenio Licata

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