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Le storie della festa di Natale

Tre donne e tre storie guardando al passato, al presente e al futuro

Ci siamo ispirati a Charles Dickens per augurarci un Buon Natale. Abbiamo deciso di chiedere a tre persone profondamente diverse, la loro “storia di Natale” tra passato, presente e futuro. Anna ci fa tornare al 1994 con il suo racconto del Natale vissuto dopo la tragica alluvione. Gianna invece ci parla di quanto sia diverso il suo Natale, oggi, dopo quanto ha vissuto in questi anni.

Infine Carla, madre da due mesi, ci accompagna nel suo prossimo Natale, del quale il piccolo Vincenzino è già protagonista di una “rinascita” in famiglia.

Buona festa di Natale a tutti e a ciascuno.

Vincenzo Governale

Il Natale di Anna

L’alluvione del ‘94 Anna se la ricorda bene. Da una finestra di casa sua, vicino al palazzetto dello sport, osserva il fiume che ora scorre tranquillo dentro agli argini. «Quella domenica, 6 novembre del 1994, ero uscita al mattino con mio marito per andare a Messa. Mai mi sarei immaginata che non sarei rientrata a casa mia, quel giorno». La piena, improvvisa, del Tanaro arriva fino al primo piano. «Ci siamo rifugiati a casa di amici, in Pista». Che Natale fu, quello del ‘94? «Un Natale strano, ma essenziale. Ci stavamo rendendo conto che quello che avevamo, frutto di una vita di lavoro, poteva essere spazzato via da un momento all’altro. Poi nostro figlio era militare proprio ad Alessandria. Anche per lui furono giorni molto difficili, ma non per questo meno significativi. Abbiamo sentito la vicinanza di molti amici, che ci hanno aiutato e sostenuto in moltissimi modi». Come sarà questo Natale? «Sono cambiate tante cose, da allora. Mio marito non c’è più, ma ho due fantastici nipoti che danno senso alla mia vita. Il mio Natale lo passerò con loro e con i miei cari. Di questo sono grata a Dio».

Il Natale di Gianna

Gianna, 63 anni, due anni fa è stata sfrattata e ha dovuto lasciare la casa dove viveva. «Dall’oggi al domani», ci racconta lei con una voce dolce, anche se un po’ incrinata dalle difficoltà e da una grave malattia, una anemia che l’ha costretta a lunghe e dolorose terapie. «Sono andata dal sindaco, poi mi hanno mandata dagli assistenti sociali e poi sono venuta al dormitorio della Caritas. Mi hanno ospitato anche alcuni amici, per un certo periodo». Una vita difficile, quella di Gianna. «A un certo punto mi sono detta: ma perché devo fare questa vita?». Un’odissea, la ricerca di un luogo in cui vivere. «Ho dormito in macchina, ho fatto la domanda per la casa popolare, mi sono ammalata. Ma a un certo punto Silvia della Caritas mi ha chiamata e adesso vivo in una casa in via Bellini. Adesso ho un tetto sulla testa». Come sarà il Natale di Gianna? «I miei ultimi Natali li ho passati o a casa di amici, o a mangiare in giro, così…». E quest’anno? «A Gesù chiedo la salute. Sono stata male veramente, in questi anni. Ma dico grazie a chi mi ha aiutato».

Il Natale di Carla

«Ho sempre avuto dei Natali bellissimi. Poi quattro anni fa è morta mia madre, e allora è cambiato tutto». Inizia così il racconto di Carla, mamma di Vincenzo, nato nell’ottobre di quest’anno. «Soprattutto nelle festività l’assenza si sentiva ancora di più, oltretutto io sono figlia unica…» Nell’agosto 2015 manca anche la nonna, vera e propria “colonna” della famiglia. «Quel Natale è stato davvero molto triste, con mio nonno anziano e mio papà che non stava bene». E quest’anno? «Quest’anno no… quest’anno sarà un bel Natale, perché è nato Vincenzino». E’ una speranza, è il futuro. «Mio figlio è nato a ottobre e questo è il suo primo Natale, anche se lui non ne è consapevole». Dopo tanta sofferenza, la nascita di un bambino rimette in gioco tutto e tutti. «Anche mio nonno e mio papà si sono risvegliati. Soprattutto mio papà, con cui non ho mai avuto un rapporto facile. Ora, grazie a Vincenzino, c’è l’attesa di stare insieme. Non solo il giorno di Natale, ma proprio tutti i giorni».

Andrea Antonuccio

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