La partenza ha in sé tutta la dinamicità di un verbo al gerundio, è movimento che prepara alla vita, è la cura di una madre che accompagna. L’inizio ha in sé il coraggio del distacco, la forza di una scelta, è l’attesa di un padre che attende un ritorno.
Sono due parole molto simili ma che differiscono totalmente nel loro significato più profondo, così come lo sono i due genitori, che al giorno d’oggi sembrano essere intercambiabili o sostituibili, ma che in realtà hanno nella loro natura senso e compimento. Imprescindibili l’uno dall’altra, non c’è vita senza la cura di una madre, né nascita senza la capacità di attendere di un padre.
La festa della donna è per chi ancora non ha capito che donna e uomo hanno un diverso significato ma un unico senso, per chi crede che la donna possa “farcela da sola” e per chi invece crede che non possa fare nulla da sola.
Le donne, quelle vere, non hanno bisogno di un giorno di festa, ma vanno festeggiate ogni giorno nella promessa di fedeltà a una moglie, nell’amore incondizionato a una figlia, nella gratitudine a una madre. Gli uomini, quelli veri, sono grati a Dio per aver deciso di staccare da loro stessi il suo dono più grande, pronti a custodirlo per la vita.