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Papa Francesco: «L’intera comunità cristiana diventi soggetto di carità»

Discorso del Santo Padre Francesco al Convegno della Caritas delle diocesi italiane

Cari fratelli e sorelle,

vi accolgo al termine dei lavori del vostro Convegno Nazionale e vi saluto tutti con affetto. […]La vostra missione educativa, che mira sempre alla comunione nella Chiesa e a un servizio con ampi orizzonti, vi chiede l’impegno di un amore concreto verso ogni essere umano, con un’opzione preferenziale per i poveri, nei quali Gesù stesso ci domanda aiuto e vicinanza (cfr Mt 25,35-40). Un amore che si esprime attraverso gesti e segni, che rappresentano «una modalità connaturata alla funzione pedagogica della Caritas a ogni livello» – come ha sottolineato il mio predecessore Benedetto XVI. […] Di fronte alle sfide e alle contraddizioni del nostro tempo, la Caritas ha il difficile, ma fondamentale compito, di fare in modo che il servizio caritativo diventi impegno di ognuno di noi, cioè che l’intera comunità cristiana diventi soggetto di carità. Ecco quindi l’obiettivo principale del vostro essere e del vostro agire: essere stimolo e anima perché la comunità tutta cresca nella carità e sappia trovare strade sempre nuove per farsi vicina ai più poveri, capace di leggere e affrontare le situazioni che opprimono milioni di fratelli – in Italia, in Europa, nel mondo. In proposito, particolarmente rilevante è il ruolo di promozione e formazione che la Caritas riveste nei confronti delle diverse espressioni del volontariato. Un volontariato che a sua volta è chiamato a investire tempo, risorse e capacità per coinvolgere l’intera comunità negli impegni di solidarietà che porta avanti.[…] Di fronte alle sfide globali che seminano paura, iniquità, speculazioni finanziarie – anche sul cibo –, degrado ambientale e guerre, è necessario, insieme al quotidiano lavoro sul territorio, portare avanti l’impegno per educare all’incontro rispettoso e fraterno tra culture e civiltà, e alla cura del creato, per una “ecologia integrale”. Caritas Italiana sia fedele anche in questo al suo mandato statutario. Vi incoraggio a non stancarvi di promuovere, con tenace e paziente perseveranza, comunità che abbiano la passione per il dialogo, per vivere i conflitti in modo evangelico, senza negarli ma facendone occasioni di crescita, di riconciliazione: questa è la pace che Cristo ci ha conquistato e che noi siamo inviati a portare. […] Desidero incoraggiarvi anche a proseguire nell’impegno e nella prossimità nei confronti delle persone immigrate. Il fenomeno delle migrazioni, che oggi presenta aspetti critici che vanno gestiti con politiche organiche e lungimiranti, rimane pur sempre una ricchezza e una risorsa, sotto diversi punti di vista.[…] La testimonianza della carità diventa autentica e credibile quando impegna tutti i momenti e le relazioni della vita, ma la sua culla e la sua casa è la famiglia, la Chiesa domestica. La famiglia è costituzionalmente “Caritas” perché Dio stesso l’ha fatta così: l’anima della famiglia e della sua missione è l’amore. Quell’amore misericordioso che – come ho ricordato nell’Esortazione Apostolica postsinodale Amoris laetitia – sa accompagnare, discernere e integrare le situazioni di fragilità. […] Con piena fiducia nella presenza di Cristo risorto e con il coraggio che viene dallo Spirito Santo, potrete andare avanti senza paura e scoprire prospettive sempre nuove nel vostro impegno pastorale, rafforzare stili e motivazioni, e così rispondere sempre meglio al Signore che ci viene incontro nei volti e nelle storie delle sorelle e dei fratelli più bisognosi. Egli sta alla porta del nostro cuore, delle nostre comunità, e attende che qualcuno risponda al suo “bussare” discreto e insistente: aspetta la carità, cioè la “carezza” misericordiosa del Signore, attraverso la “mano” della sua Chiesa. Una carezza che esprime la tenerezza e la vicinanza del Padre. […]Perché i poveri sono la proposta forte che Dio fa alla nostra Chiesa affinché essa cresca nell’amore e nella fedeltà. E perché la comunione con Cristo nella Messa trovi espressione coerente nell’incontro con lo stesso Gesù presente nel più piccolo dei fratelli. Così sia la vostra, la nostra carezza, per intercessione della Vergine Maria e del beato Paolo VI. Vi benedico e vi accompagno con la preghiera. E anche voi, mi raccomando, pregate per me! Grazie.

Città del Vaticano Aula Paolo VI
Giovedì, 21 aprile 2016

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