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Speciale Festa Popolare a Torgnon

Domenica 25 agosto la festa di Azione Cattolica e della nostra diocesi

  • PADRE BEPPE GIUNTI
  • GIANLUIGI BOVONE
  • ELISA LENTI
  • RICCARDO BUSSONE
  • ROBERTO MASSARO  
Padre Beppe Giunti collabora con la Cooperativa Coompany2 da più di 20 anni: «Ho ricoperto molti ruoli, ma oggi sono formatore volontario in tutte due le cooperative: la Coompany2, che lavora principalmente in Val d’Aosta, e la Coompany & ad Alessandria in cui seguo i progetti del carcere».

Padre Beppe, che cos’è per lei la Festa Popolare?
«Per me rappresenta due cose: in primis, rivisitare la storia bellissima tra l’Azione Cattolica, la diocesi, la popolazione e questa struttura. Una rivisitazione con occhi nuovi della storia, perché senza l’Ac e tutte le persone che ci hanno messo passione la “Maria Nivis” non esisterebbe. Seconda cosa, un riconoscimento alle persone della Coompany che fanno funzionare la Casa in maniera moderna, controllando in modo serio gli oltre cento ospiti con circa 15 lavoratori».

Ci parli delle persone che lavorano da voi.
«Noi inseriamo al lavoro, secondo la legge 381/91, persone in diverse situazioni: ragazzi down, persone presentate dai servizi sociali, immigrati regolari, ma anche persone disoccupate a cui manca poco alla pensione. È molto bello che in una struttura così siano presenti queste persone. Scherzando, dico ai nostri ospiti: “La tua vacanza è lo stipendio di chi altrimenti avrebbe problemi economici”».

In cosa la Cooperativa Coompany2 è impegnata durante la Festa?
«Di solito noi teniamo un profilo molto discreto, perché questa è la Festa Popolare della diocesi di Alessandria. Ma cerchiamo di concordare dalla prima all’ultima cosa con chi organizza».

Qual è lo stile che vi contraddistingue?
«Quello della prossimità alle persone e alle loro storie. È bello quando ci dicono: “Ho lavorato in tanti posti, ma nessuno mi ha mai chiesto dei miei problemi e della mia storia”. Una prossimità verso gli altri che fa bene, perché cerchiamo di metterli nelle migliori condizioni per lavorare al meglio».

Che clima si respira alla “Maria Nivis”?
«Si respira l’aria buona, a 1.700 metri, vicino al Cervino (sorride). Dipende dagli ospiti che abbiamo: famiglie, bambini, parrocchie… Ma il messaggio di ritorno è sempre questo: “Qui ti senti ospite e non cliente”».

Perché partecipare alla Festa?
«Perché una comunità se non rivisita il passato e le radici non può vedere al futuro. Si tratta di rivisitare le radici dell’Ac, delle famiglie e delle parrocchie per portare frutti nuovi. Ma anche incontrare persone nuove che magari si vedono solo una volta all’anno. Sempre però guardando avanti».

Gianluigi Bovone, già responsabile diocesano di Azione Cattolica.

Gianluigi, che cos’è per te la Festa Popolare?
«Partecipare alla Festa Popolare, ritornare ogni anno alla “Maria Nivis”, la più bella delle case alpine della nostra diocesi, è un po’ come ritornare in famiglia. A Torgnon ho fatto il mio primo campo scuola, avevo circa 13 anni, e poi, anno dopo anno, per circa 20 anni ho prestato servizio come animatore ai campi estivi dell’Acr, l’Azione cattolica ragazzi: nella mia formazione umana e spirituale quindi questa casa ha sicuramente lasciato il segno».

Qual è lo scopo di un appuntamento come questo?
«La Festa Popolare ha il grandissimo merito di “richiamarci a casa”; celebrare la festa della “Maria Nivis” significa anche ricordare tantissime persone, tanti santi del quotidiano, come li amo definire, che per motivi di salute non possono più salire a Torgnon (penso ovviamente a Lilia Testa, la storica direttrice della casa) o che, negli scorsi anni, ci hanno lasciato. Sarebbero tante le persone da citare, ma, senza mancare di rispetto a nessuno, mi piace pensare che durante la Festa persone come don Luigi Riccardi o Maria Castellana ci sorridano dal cielo dicendoci: “Bravi fanciot, continuate così!”. Penso anche alla dedizione con cui tantissimi uomini e donne di Ac hanno fatto sacrifici immensi per costruire pietra dopo pietra tutto ciò che noi vediamo ora; quelle persone che per tirare su qualche denaro utile alla costruzione della casa raccoglievano carta o stracci, girando la provincia in bicicletta. Quanto amore…».

Perché partecipare alla Festa?
«Per vedere tantissimi amici con cui si è condiviso un campo, un’esperienza, un tratto di strada. Per vedere all’opera l’elevato livello di servizio espresso dalla Cooperativa Coompany2, che gestisce la casa da anni. Per salutare il monte Cervino e il monte Zerbion che fanno da sfondo alla casa. Per vivere un momento di Chiesa diocesana riunita intorno al proprio Vescovo. Per accorgersi che i nonni quando giocano con i giovani ringiovaniscono e per accorgersi che la storia della casa è un patrimonio da conoscere, valorizzare e amare. Potrei andare avanti fino a domani… ma credo che il giornale debba andare in stampa (sorride). Che dire, vi aspettiamo alla festa!».

Elisa Lenti, 15 anni, è al suo primo anno al campo Acr come animatrice. Quest’anno parteciperà anche alla Festa Popolare e a “GiornInsieme”, la tre giorni per tutte le età unita alla Festa.

Elisa, che cos’è per te l’Azione Cattolica?
«Per me il valore fondamentale dell’Ac è l’essere associazione, cioè l’importanza del gruppo e il confronto tra persone di età differenti. È bello che l’Ac sia presente nelle singole parrocchie nella quotidianità, ma anche che ci siano momenti di incontro a livello diocesano».

Come mai hai deciso di fare l’animatrice al campo Acr?
«È successo un po’ per caso. Io provengo da una famiglia di Ac, quindi da piccola ho partecipato ai campi Acr e l’anno scorso ho partecipato a “GiornInsieme”. Lì si è formato un piccolo gruppo. Abbiamo iniziato a vederci, a fare incontri e quando mi è stato proposto di fare l’animatrice al campo Acr ci ho messo poco a dire di sì».

Hai partecipato alla “Scuola Formazione Studenti” (Sfs), iniziativa nazionale organizzata dal Movimento Studenti di Ac. Ce ne vuoi parlare?
«È stata un’esperienza bellissima. Vedere 1.802 studenti pronti a mettersi in gioco, a “fare scuola” confrontandosi sulle proprie domande è un qualcosa che non si vede tutti i giorni. È stato bello sia perché abbiamo affrontato temi come dignità umana, questione europea, situazione ambientale, che non si discutono tutti i giorni, sia perché essendo un evento nazionale si sono fatti incontri e si e conosciuta gente nuova».

Cosa avete preparato per la Festa Popolare?
«La Festa Popolare è in fase organizzativa. All’arrivo ci sarà un momento di accoglienza e poi la Santa Messa. Al pomeriggio un grande gioco per persone di tutte le età».

Come mai avete organizzato le attività con materiale di recupero?
«L’idea di utilizzare materiale di recupero è nata dalla Sfs. È un dato di fatto che il clima sta cambiando e un sacco di persone dicono che sono i giovani che devono intervenire. Noi ci abbiamo provato».

Tre motivi per venire alla Festa Popolare?
«Secondo me bisogna andare alla Festa Popolare perché è un modo per rivedersi o fare nuove conoscenze scambiandosi ricordi ed esperienze di Ac, e non solo. È anche un momento di incontro e confronto di tutte le associazioni parrocchiali. Infine, perché Torgnon è un bel posto, ricco di storia».

Riccardo Bussone, responsabile della Consulta delle aggregazioni laicali della diocesi di Alessandria, parteciperà alla Festa Popolare.

Riccardo, che cos’è per te la Festa Popolare?
«È un’iniziativa che fa parte dell’esperienza e della tradizione di Azione Cattolica e quindi della diocesi di Alessandria. Io ho partecipato qualche volta gli scorsi anni e ho trovato un momento di aggregazione importante, nella casa di Torgnon: un altro luogo significativo che fa parte della tradizione della nostra diocesi».

Cosa porta la Consulta delle aggregazioni laicali a questo evento?
«La Consulta promuove la Festa Popolare, così come “sponsorizza” altre iniziative che accadono nel corso dell’anno. Come Consulta invitiamo associazioni e movimenti a partecipare a questo evento, in un clima di condivisione, di comunione e di aiuto reciproco».

Ci saranno altri movimenti?
«Sì, negli anni l’Ac ha chiesto la collaborazione di altri movimenti, che daranno un loro contributo alla Festa. Insomma, cerchiamo di aiutarci. Il nostro scopo è proprio questo: creare rapporti e collaborazioni tra i movimenti»

Perché partecipare alla Festa?
«Penso sia un ottimo momento finale dell’estate per ristorarsi un po’ sotto il Cervino, con la compagnia di persone della nostra diocesi. E non solo!».

Le offerte raccolte durante la Festa Popolare saranno destinate al progetto di ampliamento dell’Ostello femminile di Alessandria. Ne parliamo con Roberto Massaro, presidente dell’Associazione Opere di Giustizia e Carità.

Roberto, ci puoi spiegare innanzitutto il coinvolgimento dell’Associazione e di Caritas in questo progetto?
«In questo progetto la Caritas e l’Associazione sono state coinvolte dalle istituzioni della città: Prefettura, Comune e Cissaca. Nei mesi scorsi si è resa necessaria l’apertura di una nuova struttura di accoglienza per mamme con bambini che si trovano in situazione di emergenza abitativa a seguito di sfratto esecutivo o di sgombero per occupazione abusiva di alloggio. Grazie alla disponibilità dell’Asl di Alessandria, che ci ha messo a disposizione i locali di un reparto dell’ex ospedale psichiatrico, attiguo al dormitorio femminile, siamo riusciti in poche settimane a dare una risposta concreta a questa nuova emergenza della nostra città. I lavori sono iniziati ad aprile: a fine maggio la struttura è stata inaugurata alla presenza delle maggiori autorità cittadine, e da giugno sono ospitati i primi nuclei familiari».

Parliamo dell’Ostello.
«La struttura ha 8 camere da letto con servizi autonomi e alcuni luoghi per la vita comune: sala tv, sala giochi e lettura per i bambini, sala da pranzo, sala studio per i compiti, locale lavanderia e una cucina con 4 punti cottura indipendenti. Il progetto intende dare una risposta non solo al bisogno primario di un letto, ma anche alla necessità di uno spazio quotidianamente fruibile per svolgere quelle attività che contribuiscono a creare un clima di serenità soprattutto per i più piccoli. Lo stile che come associazione cerchiamo di incarnare mi pare ben rappresentato dall’episodio delle querce di Mamre che abbiamo ascoltato nella liturgia di domenica scorsa. A ospiti affaticati dalle situazioni della vita cerchiamo di offrire un alloggio ed un ristoro che li rinfranchi in vista di una nuova ripartenza».

Come verrà impiegato il ricavato delle offerte raccolte alla Festa di domenica 25 agosto?
«Attualmente diamo ospitalità a 4 mamme, 9 bambini e una ragazza adolescente. Prevediamo però, con settembre prossimo, che la richiesta di alloggio possa sensibilmente aumentare. Pertanto le offerte che raccoglieremo nel corso della Festa Popolare, e anche successivamente, saranno impiegate per completare l’arredo della sala studio e della sala giochi. Oltre a finanziare le piccole manutenzioni che sempre si rendono necessarie in strutture di questo tipo».

Andrea Antonuccio

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