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Alessandria non mollare, ce la faremo!

Intervista al sindaco Gianfranco Cuttica alla Messa di Pasqua

«Volevo rappresentare tutta la città in questa importante Messa pasquale». Con questo spirito Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sindaco di Alessandria, si è presentato qualche minuto prima della Messa di Pasqua celebrata (a porte chiuse) in Cattedrale da monsignor Guido Gallese. Al termine della Messa, seduto da solo tra i banchi completamente vuoti, abbiamo chiesto al sindaco di farci il punto dell’emergenza nella nostra città.

Sindaco, Alessandria come sta vivendo queste difficili settimane?
«La sta vivendo con difficoltà e con un po’ di rassegnazione. Devo dire che c’è stata un’ottima reazione da parte del volontariato e delle forze sociali, questo denota una gran voglia di fare del bene al prossimo e dare un aiuto. Adesso sono due i canali su cui operare: il primo è quello di invitare, non voglio dire costringere, i cittadini a stare in casa, e secondo aiutare queste persone ad avere gli strumenti e i mezzi necessari per poter sopravvivere. In questa direzione va anche l’operazione dei “buoni spesa”. Devo dire che sono molto contento di vedere una città così solidale, aperta e convinta nel dare un aiuto. Questo mi commuove nel più profondo».

Facciamo un bilancio generale riguardo la nostra città.
«Alessandria non sta benissimo, lo sappiamo. In Piemonte siamo una delle province più colpite. Non voglio fare una classifica, però la nostra città non è la più grave della provincia di Alessandria. Siamo in una situazione intermedia, e mi auguro che questa reattività da parte delle persone possa portare dei risultati più positivi. I primi sintomi li abbiamo dall’ospedale: la situazione è migliorata rispetto a qualche settimana fa, e mi hanno comunicato da poco che si è leggermente allentata la pressione sul Pronto soccorso. Questo è significativo, perché indica un afflusso minore. A mio avviso c’è bisogno di arrivare a soluzioni e metodi di intervento molto più preventivi a livello domestico. Visto che la “partita” sarà lunga c’è bisogno di trovare questi sistemi per intervenire tempestivamente ai primi sintomi febbrili con le medicine adatte, per evitare che le persone peggiorino finendo intubate all’ospedale».

Questo sarebbe un grande aiuto al sistema sanitario in difficoltà?
«Ecco, questo è l’altro aspetto su cui soffermarsi. Se il sistema sanitario mettesse in atto un’operazione molta sostenuta di cura a casa, è chiaro che la responsabilità ricadrebbe anche sui medici di base. Quella che oggi ricade sugli ospedali. Secondo me un punto fondamentale potrebbe essere quello di fornire una tutela giuridica. A situazioni emergenziali si fanno anche capo con azioni emergenziali, che possono essere leggermente diverse dalle norme che prevedono delle responsabilità specifiche».

In questi giorni abbiamo assistito ad alcune polemiche tra governo e opposizione. Non crede che anche nell’emergenza si stia facendo politica?
«Guardi non mi sento di dare giudizi su nessuno. Mi sento di essere un povero sindaco (sorride) e sono onorato di esserlo. Voglio solo fare tutto il possibile per il bene della mia comunità. Dopo di che penso che tutti stiano cercando di dare il massimo per uscire da questa situazione. A volte ci si riesce di più, a volte di meno. In questi momenti, in cui si è più carichi di tensione, si è portati a dire certe cose che magari non si vorrebbero dire…».

Come ha trascorso il giorno di Pasqua?
«Ho trascorso la mattina ovviamente a casa. Nel pomeriggio ho avuto il privilegio, perché questo è un privilegio, di partecipare alla Celebrazione del Vescovo. Per me si è trattato di un atto dovuto, la mia è una presenza simbolica, volevo infatti rappresentare tutta la città di Alessandria che partecipa a questa importante Messa pasquale. Questo vale certamente per i credenti, ma anche per i non credenti. Perché la risurrezione di Cristo è un messaggio di gloria, pace e serenità che in questo momento deve ricadere nell’animo di tutti i cittadini».

Un messaggio per tutti gli alessandrini.
«Andiamo avanti senza paura. Alessandria non mollare, perché ce la faremo!».

Alessandro Venticinque

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