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L’inciviltà è padrona

“Città nostra” di Carlo Re

In questi giorni di forzata permanenza in casa, da un balcone al 2° piano in una via che dal centro porta in periferia, trafficatissima e permanentemente occupata da ambo i lati da auto posteggiate, osservando il comportamento della varia umanità, viene il dubbio che la pandemia, oltre a farci mascherare quasi per invitarci a un tragico carnevale, nonché a debilitare molti nel fisico, abbia influito anche sul pensiero.

Automobilisti che girano in senso vietato, posteggiano davanti ai cassonetti dell’immondizia, in terza fila e sugli incroci impedendo la visuale a quelli che attraversano; persone che accanto ai cassonetti abbandonano, tra articoli eterogenei, anche dei cartoni che, con buona volontà, potrebbero rompere e inserirli all’interno; passanti che camminano tranquillamente al centro strada, magari trascinando carrelli della spesa; altri che attraversano a piacere, tanto le strisce pedonali sono quasi sparite; ciclisti che pedalano in contromano e se vanno nel senso giusto anziché a destra viaggiano a sinistra; moto scooteristi che sorpassano auto in velocità automobilisti che fortunatamente guidano con prudenza, salvo qualche eccezione.

Forse sarà opportuno che alla ripresa delle lezioni nei plessi scolastici venga istituita almeno un’ora settimanale di educazione civica ai giovani che purtroppo, come i loro genitori, non l’hanno avuta, o che ritenendosi dei “furbi” preferiscono ignorarla.

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