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Come hanno fatto a seguirlo a “scatola chiusa”?

“I nostri sacerdoti rispondono”

Domenica 17 gennaio il Vangelo che ascolteremo è “I primi discepoli”, ovvero Gv 1,35-42. Nel testo si racconta della chiamata dei primi seguaci del Signore. «In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù».

«Perché i discepoli di Gesù lo seguono così a “scatola chiusa”? Andrea, fratello di Pietro, gli dice “Abbiamo trovato il Messia”. Ma su che basi? Sono stati con lui un pomeriggio e una sera senza miracoli e senza guarigioni, e sono già convinti che sia il Messia?».

Don Mario Bianchi, parroco a Solero e Quargnento, risponde a questa domanda di fede:
«È capitato a tutti (a me, ma sicuramente anche a te) di sentire “a naso”, d’istinto, che quella cosa era da fare, quella persona era quella giusta, quel lavoro era su misura per te, di quella persona ti potevi fidare. È un fatto che accade “di botto”, non ha una spiegazione o una verifica che richiede tanto tempo, è una questione quasi d’istinto. Qualche volta è andata bene, la prima impressione non ti ha tradito; altre volte invece è andata male, è stato necessario ricredersi. Ma in entrambi i casi dall’esperienza iniziale è iniziato un cammino, c’è stato un percorso. “Camminando si apre cammino”: il detto dice così, ed è vero. In questa pagina di Vangelo è come se ci venisse detto “gambe in spalla, cammina, vai!”: dopo che hai capito qualcosina e magari il cuore ti ha detto “sì non ti sbagli” cammina sempre, non ti fermare. Riportando quindi questo ragionamento sui primi discepoli, possiamo dire che stare con il Messia anche solo un giorno soddisfa e rilancia quella ricerca che ti ha smosso, che ti ha fatto avvicinare a lui.

Risponde a quella domanda di autenticità che ti porti dentro: seguirlo addestra un modo di vivere, un modo di leggere la realtà. Impari delle cose, stai al gioco, lo ascolti, lo osservi: soltanto stando insieme a Lui capisci la verità di quell’intuizione iniziale che ti ha messo in movimento, che ti ha fatto seguire il Signore. Occorre vivere delle esperienze con Lui, stare insieme a Lui. E stare con Gesù vuol dire stare insieme a una comunità che crede in Dio: giorno dopo giorno anche questa comunità aiuta a capire che quella intuizione iniziale, “a naso”, non è stata sbagliata, era la cosa giusta».

Per guardare il video integrale visita il canale YouTube della Diocesi di Alessandria cliccando qui

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