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Quelle bandiere che… non sventolano più

“Il punto di vista” di Adriana Verardi Savorelli

È passato quasi un mese dal 25 aprile: festa della Repubblica italiana, 76 anni dalla liberazione. 1945, anno in cui sono nata. Alla fine della guerra, il 18 giugno, una terza figlia femmina viene al mondo e la vita continua per una famiglia come tante, con la speranza di una ripresa e di un futuro di pace.

Qui, in Ascoli Piceno, c’è un pubblico ufficio, proprio vicino alla casa dove io abito. Dalla terrazza dell’alloggio, spesso, mi affaccio per guardare lo spettacolo, per me entusiasmante, delle due bandiere che sventolano e che sono il simbolo della nostra storia: l’Italia e l’Europa.

Quei colori così belli! Tanti pensieri… Milioni di persone hanno perso la vita per amore della patria, che avevano sognato libera e fondata su valori che non tramontano mai. Allora c’era un popolo che voleva rinascere dalle macerie, creare famiglia e lavoro, ritrovare la serenità, riprendere le relazioni fraterne drammaticamente interrotte. Giovani tolti ai loro cari di cui restano foto sorridenti sulle lapidi; menti e corpi mandati al macello… chissà cosa sarebbero potuti diventare… magari medici, infermieri, ingegneri, architetti, sacerdoti, scrittori, poeti, pittori, musicisti, cantanti, agricoltori, panettieri, idraulici, calzolai, sarti…

Quanti sogni infranti all’inizio del cammino della loro vita! Fieri di quel canto patriottico «Fratelli d’Italia, l’Italia si è desta…». Ma dov’è la vittoria? Quella vittoria conquistata dopo immani sacrifici di vite umane, città distrutte, irriconoscibili. Dopo una sanguinosa guerra si può parlare di vittoria? A tutto c’è una giustificazione, anche al grande male!

Lottare per vincere il male e far trionfare il bene comune. Pensiero consolatorio, non certo per quella mamma e quel papà che non hanno più visto tornare a casa il proprio figlio. Milite ignoto ceduto alla patria! E poi il grande sogno dell’Italia in un’Europa delle genti: una bandiera con 12 stelle dorate a cinque punte disposte in cerchio su un drappo azzurro; rappresentano gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli. Insieme si può andare avanti!

Dopo il 25 aprile e prima ancora, quelle bandiere non sventolano più, sono state tolte e la delusione è grande. Non so per quale motivazione accade questo continuo cambiamento, ma secondo me una doverosa osservazione è necessaria. Non si tolgono e poi si rimettono le bandiere, bisogna lasciarle sempre, con qualunque tempo e sostituirle quando sono logore e vecchie. Le nostre bandiere devono continuare a sventolare per la gioia di chi le ama.

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