“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Dal settembre del 2011 fino al giugno del 2019 – dunque per circa otto anni – ho trascorso a Novara ameno due giorni di ogni settimana avendo ricoperto un ruolo, in quella città, in tale lasso temporale. Ciò mi ha permesso di sentirmi particolarmente vicino alle vicende calcistiche della locale squadra e di seguirne la gloriosa parabola, fino alla Serie A e a un incredibile doppio successo (casalingo e in trasferta) con l’Inter.
Confesso di avere anche provato invidia per i fasti del club azzurro – all’epoca di proprietà della famiglia Di Salvo – mentre l’Alessandria sembrava non riuscire veramente a togliersi dal pantano della terza serie dopo aver addirittura annaspato, per un intero lustro, nei campionati dilettantistici. Oggi i ruoli si sono invertiti e mentre l’Alessandria festeggia ancora un approdo in cadetteria che mancava da quasi mezzo secolo, il Novara – dopo l’ultima, impietosa, decisione del Coni – dovrà ripartire dai campi di paese, esattamente come accaduto ai Grigi.
Confesso che la notizia, sia pure riferita a una squadra che ho avuto modo di invidiare, mi ha destato profonda tristezza proprio perché, in quegli otto anni, sono stati numerosi i rapporti umani, sinceri e intensi, che ho stretto nella città di San Gaudenzio.
Ma proprio per questo vorrei ora rassicurare i più fedeli supporters della gloriosa casacca azzurra: qui, tra il Tanaro e la Bormida, è proprio nel quinquennio del dilettantismo che si è riscoperta la genuinità di un amore e di una passione che, passo dopo passo, e con il tempo dovuto, ha riportato l’Alessandria a una resurrezione che non era riuscita in tempi decisamente migliori.
Spesso è proprio nei momenti più bui che si trovano la forza, l’amore e l’entusiasmo per il riscatto, naturalmente a patto di affrontarli con il giusto spirito non lasciando spazio a tristezze o scoramenti: è l’augurio che voglio fare al Novara e ai suoi più fedeli sostenitori.
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