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Tre libri di spiritualità di Santi e Dottori della Chiesa

“La recensione” di Fabrizio Casazza

Le Edizioni Studio Domenicano continuano la meritoria pubblicazione di pregevoli testi di spiritualità di illustri santi e dottori della Chiesa. I Panegirici su san Paolo (pp 427, euro 35, con testo greco a fronte) fanno parte della versione italiana di Sources Chrétiennes. Furono probabilmente pronunciati ad Antiochia il 28 dicembre di un anno tra il 387 e il 397 da san Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della Chiesa. Seguendo il genere letterario dell’enkómion l’autore elogia le virtù di san Paolo come esemplari per la vita del cristiano.

Alla collana Sources Chrétiennes appartiene anche La Divina Liturgia (pp 450, euro 35, con testo greco a fronte), in cui il greco Nicola Cabasilas, maestro ortodosso del XIV secolo, illustra e commenta l’anafora di San Giovanni Crisostomo, cioè la celebrazione eucaristica in rito bizantino nei suoi risvolti liturgici e morali.

Il ponderoso Commento a Isaia (pp 1163, euro 49, con testo latino a fronte) è infine la prima opera teologica di quel «gigante del pensiero, un genio forse irripetibile» – secondo la definizione che ne diede nel 1994 san Giovanni Paolo II – che fu san Tommaso d’Aquino (nella foto). Egli nacque tra il 1224 e il 1225 a Roccasecca, vicino all’arciabbazia di Montecassino, dove fu inviato dai genitori per ricevere i primi elementi della sua istruzione.

Cresciuto, si trasferì a Napoli, dove il re Federico II aveva fondato una prestigiosa Università in cui veniva insegnato, senza le limitazioni vigenti altrove, il pensiero del filosofo greco Aristotele, al quale il giovane Tommaso venne introdotto e di cui intuì subito il grande valore. In quegli anni trascorsi a Napoli nacque in lui la vocazione domenicana: fu infatti attratto dall’ideale dell’Ordine fondato non molti anni prima da san Domenico, di cui quest’anno ricorre l’ottavo centenario della morte. Tuttavia, quando rivestì l’abito domenicano la sua famiglia si oppose a questa scelta, ma nel 1245, ormai maggiorenne, poté riprendere il suo cammino di risposta alla chiamata di Dio. I superiori lo inviarono a Parigi per studiare teologia sotto la guida di sant’Alberto Magno, che lo volle suo discepolo anche a Colonia.

Dopo anni e anni di docenza accademica, predicazione popolare e vita consacrata morì nel 1274 presso l’abbazia cistercense di Fossanova mentre era in viaggio verso Lione, dove si stava recando per prendere parte al Concilio Ecumenico. La vita e l’insegnamento di san Tommaso d’Aquino si potrebbero riassumere in un episodio tramandato dagli antichi biografi. Mentre il Santo, come suo solito, era in preghiera davanti al Crocifisso al mattino presto nella Cappella di San Nicola a Napoli, Domenico da Caserta, il sacrestano della chiesa, sentì svolgersi un colloquio. Tommaso chiedeva, preoccupato, a Cristo se quanto aveva scritto sui misteri della fede cristiana era giusto. Il Crocifisso rispose: «Tu hai parlato bene di me, Tommaso. Quale sarà la tua ricompensa?». E la sua risposta fu: «Nient’altro che Te, Signore!». Questo dialogo sintetizza perfettamente il senso della ricerca teologica: non una pura indagine intellettuale ma una condivisione per grazia della natura divina.

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