“La recensione” di Fabrizio Casazza
«Viene prima la Chiesa o la missione?», si chiede monsignor Giacomo Canobbio iniziando la Prefazione all’ultimo lavoro del noto teologo Severino Dianich, Di fronte all’altro (San Paolo, pp 381, euro 26); domanda quanto mai opportuna all’inizio del mese di ottobre, dedicato in modo speciale alla preghiera e alla riflessione in vista di un rinnovato impegno missionario. La risposta è contenuta nei documenti del concilio Vaticano II (1962-1965): la Chiesa è di sua natura missionaria ed è proprio la missione a far assumere volti concreti alla Chiesa.
Nel 1943 i presbiteri francesi Henri Godin e Yvan Daniel pubblicarono un libro, dirompente per l’epoca, in cui si chiedevano se la Francia – tradizionalmente definita “figlia primogenita della Chiesa cattolica” – fosse diventata un “paese di missione”. L’analisi di monsignor Dianich opportunamente fa riferimento alla storia per capire il sorgere di certe problematiche contemporanee. Per esempio, l’aver distinto nettamente evangelizzazione da azione pastorale ha portato nel corso del tempo a una distinzione geografica, cosicché l’evangelizzazione fosse tendenzialmente riservata a quelli che per l’appunto venivano chiamati “paesi di missione”.
Di fronte alle sfide contemporanee e alle sollecitazioni di papa Francesco a collocare la sinodalità al centro della vita della comunità cristiana, innanzi tutto come stile di agire, occorre ripensare i modi di comunicazione della fede, consapevoli del fatto che «in ogni credente che manifesta con le parole o con gli atteggiamenti che per lui Gesù è il Signore si compie la missione della Chiesa» (p. 303). Per questo è necessario che sussista un «effettivo riconoscimento di tutti i fedeli come soggetti della missione» (p. 307): non si può immaginare una struttura ecclesiale in cui qualcuno sia soggetto attivo e un altro meramente passivo dell’annuncio del vangelo.
La sinodalità si vive innanzi tutto nell’ascoltare insieme la Parola di Dio per poi costruire insieme la decisione, che verrà presa dai ministri sacri, ai vari livelli, come frutto del discernimento e della riflessione dell’intero popolo di Dio, sotto l’impulso dello Spirito Santo, di cui nessuno può vantare il monopolio.
Il libro articola e sviluppa in estensione e profondità questi cenni. Resta il compito per le varie comunità e per i singoli fedeli di tradurre nelle prassi pastorali queste indicazioni ecclesiologiche.
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