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Dio esiste? Il dialogo tra Ratzinger e Flores d’Arcais

“La recensione” di Fabrizio Casazza

Il 21 settembre dell’Anno Santo 2000 in un teatro di Roma si svolse un dialogo, moderato dal giornalista Gad Lerner, tra l’allora cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Sottodecano del Collegio cardinalizio, e lo scrittore Paolo Flores d’Arcais, fondatore della rivista “Micromega”. Nei mesi scorsi la casa editrice Mimesis ha riproposto la trascrizione di quel denso e franco confronto in Dio esiste? (pp 107, euro 10).

Partendo dalla constatazione che i due interlocutori sono uniti dal «rifiuto di una religiosità di comodo, il rifiuto di un Dio fatto su misura» (p. 13), Flores d’Arcais denuncia il pericolo che il cristianesimo voglia imporsi nella società ma Ratzinger osserva che nel vangelo secondo Giovanni il Signore si presenta come Lógos, che «non è semplicemente ragione, ma è già una ragione che parla, cioè che si mette in relazione, che si avvicina» (p. 24).

Il dibattito poi si concentra sull’annosa questione del fondamento dei diritti naturali: essenzialmente, a parere di Flores d’Arcais, si tratta di «diritti civili, cioè sono una nostra scelta su cui fondare la convivenza» (p. 91). Ratzinger sottolinea invece che i cristiani hanno «sempre considerato la creazione come una realtà nella quale è presente il logos – e quindi non solo una struttura matematica, ma anche un’indicazione della retta via – questo è realmente un’eredità degli inizi» (p. 83).

In questo senso il movimento ecologico – e all’epoca l’attivista svedese Greta Thunberg non era ancora nata! – ha il merito di evidenziare «che la natura ci porta un messaggio e dobbiamo essere attenti a questo messaggio della natura» (p. 96). Ecco perché i diritti umani non possono essere ridotti a mutevoli diritti civili: il fatto che la coscienza umana li abbia acquisiti solo progressivamente non implica che il messaggio della natura «non sarebbe realmente un messaggio» (p. 97).

I temi affrontati nel libro dai due illustri oratori dopo tanti anni non perdono interesse e meritano una ricerca approfondita, intellettualmente onesta, aperta al confronto tra le diverse posizioni.

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