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«Sentiamoci tutti responsabili, con l’aiuto della Madonna»

Siria: una terra martoriata

Filippo Agostino è responsabile in Siria della Fondazione Avsi, Associazione volontari per il servizio internazionale.

«Io sono Filippo Agostino, rappresentante Paese della Fondazione Avsi in Siria. Vi sto parlando da Damasco, ma ero ad Aleppo fino a giovedì scorso, per coordinare l’intervento di emergenza che si sta portando nella regione gravemente colpita dal terremoto il 6 febbraio. Come Fondazione siamo in Siria sin dal 2015, sviluppando progetti in molti ambiti: dall’educazione alla salute pubblica e all’agricoltura. Chiaramente, con il terremoto ci stiamo concentrando su questa emergenza che ha colpito la costa della Siria ma soprattutto la città di Aleppo, nel nord del Paese. Abbiamo avuto la possibilità di intervenire fin dal primo giorno dopo il sisma. Io personalmente ero lì già il 6 febbraio, quando c’erano ancora forti scosse di assestamento. E siamo riusciti a intervenire in due settori. Uno, immediatamente attraverso un progetto in collaborazione con la Nunziatura vaticana e sostenuto dalla Cei, chiamato “Ospedali aperti”, attraverso la cura immediata dei feriti del terremoto: più di 200 persone sono state curate gratuitamente dall’ospedale “Staint Louis” di Aleppo. E, in secondo luogo, sostenendo le famiglie che hanno perduto o hanno avuto la casa danneggiata, e che abbiamo trasferito nei centri di accoglienza, cioè delle semplici scuole messe a disposizione dalle autorità locali.
Quindi, dal primo giorno stiamo sostenendo 130 famiglie in un centro, e adesso ci siamo allargati in un altro centro con altre 160 famiglie. Forniamo loro innanzitutto vestiti invernali per i bambini, coperte, materassi e nelle prime giornate dopo il terremoto, cibo. Ma, soprattutto, attività psicosociali per i bambini e gli adulti, perché il trauma è enorme. Ricordiamo anche che la città di Aleppo è stata duramente colpita dalla guerra siriana: la Siria è in guerra dal marzo 2011, siamo entrati nel 12° anno di combattimenti. Inoltre, Aleppo ha subito fortemente un’epidemia di colera l’anno scorso, e purtroppo dopo il terremoto ci aspettiamo che continui anche questa estate. Quindi il terremoto è stata solo l’ultima tragedia che ha colpito questa popolazione, che davvero fa fatica a vedere un futuro qui in Siria».

Come si fa a “reggere” in una situazione del genere?
«Ad Aleppo è molto difficile distinguere i palazzi che sono stati distrutti dalla guerra e i palazzi che sono crollati dal terremoto… Ricordiamo che ci sono stati in Siria più di 2.000 morti solo nella zona governativa, senza considerare il nordest e il nordovest del Paese. Come si fa a superare questa ennesima crisi? Dando speranza alle persone. Chiaramente noi le aiutiamo in questo momento buio, ma il lavoro più importante è dare speranza per un futuro migliore. Quindi regalare sorrisi, soprattutto ai bambini: fin dal primo giorno dopo il terremoto, i nostri assistenti sociali e le nostre operatrici di psychosocial support stanno svolgendo un grande lavoro con le famiglie, i bambini, le mamme sole e le donne che hanno partorito nell’ospedale, anche durante il sisma. Stiamo accanto a loro in questo periodo molto buio, dando attenzione alla persona. Perché quando l’attenzione è al singolo, le persone lo avvertono e non si sentono abbandonate. Così torna la speranza per il futuro».

Stiamo celebrando l’Ottavario della Madonna della Salve, nostra Patrona. Lei che cosa chiede?
«Il mio lavoro è chiedere per me salute ed equilibrio per poter rispondere a queste emergenze: la possibilità di offrire il mio servizio e quello che faccio tutti i giorni, cercando di aiutare il più possibile queste persone. E, credetemi, ne hanno davvero bisogno. Noi in Europa stiamo bene, qui c’è gente che non arriva non solo a fine mese, ma a fine giornata. Chiedo l’affidamento alla Madonna: l’affidamento al Signore è proprio per queste famiglie. Dico sempre che non è colpa nostra se c’è stato un terremoto o una guerra, ma è responsabilità nostra intervenire, con la preghiera o in altri modi. Invito tutti a questo concetto di responsabilità: ognuno deve fare qualcosa. Io sono qui sul campo, c’è chi può donare, chi può fare volontariato, e chi può, come voi, informare sulla situazione di chi sta peggio. Ma è chiaramente il nostro compito, in questa terra, aiutare gli altri affinché tutti stiano meglio. Un terremoto può colpire chiunque. Ha colpito questa volta la Turchia e la Siria, ma anche in Italia ci ricordiamo bene che cosa vuol dire affrontare un dramma del genere. Sentiamoci tutti responsabili di fare qualcosa, ma sempre con l’aiuto del Signore e della Madonna… altrimenti da soli possiamo fare davvero poco. Perché solo con il Loro aiuto e tutti insieme, come umanità, possiamo dare un futuro a questa popolazione».

Sul sito avsi.org è possibile approfondire i 329 progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario in 39 Paesi, inclusa l’Italia. Per sostenere questi progetti basta andare sul sito, nella sezione “cosa puoi fare tu” oppure tramite bonifico bancario intestato a Fondazione Avsi (iban: IT 22 T 02008 01603 000102945081) o con bollettino postale sul ccp n. 000000522474 intestato a Fondazione Avsi Onlus Ong. Oppure, destinando il 5xmille (C.F. 81017180407). Ma si può contribuire anche con il proprio tempo, diventando volontari.

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