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I fedeli di Solero davanti a San Bruno

Vita della Diocesi

Ad aprile era stato don Augusto Fagnani, parroco di San Bruno in Colleferro, a raggiungere Solero con un pellegrinaggio che lo ha visto, insieme ai suoi parrocchiani, visitare i luoghi di devozione nel paese natale del santo, mentre nel fine settimana tra il 19 e 21 maggio, sono stati i solerini, guidati da don Mario Bianchi e accompagnati per tutto il viaggio dal vescovo, monsignor Guido Gallese, con il vicesindaco di Solero, Andrea Toniato, a visitare i luoghi che da Solero portarono San Bruno a Segni, di cui fu vescovo.

Segni, ma anche l’abbazia di Montecassino, Anagni e Colleferro, le tappe di questo viaggio, inserito nel fitto calendario di appuntamenti organizzati per celebrare San Bruno, a 900 anni dalla sua morte, sia a Solero, che nelle località laziali, con l’obiettivo di consolidare sempre di più non solo l’amicizia e la collaborazione fra parrocchie, ma far conoscere il messaggio, gli insegnamenti che San Bruno ha voluto lasciare.

Presso la cattedrale di Segni si è svolta la cerimonia che ha aperto i tre giorni di pellegrinaggio , con il vescovo Gallese, che ha concelebrato la messa insieme al vescovo monsignor Stefano Russo, diversi sacerdoti, tra cui don Mario Bianchi che col suo staff di collaboratori, alle catechiste, ai brillantissimi giovani dell’oratorio, ha definito un programma all’interno del quale erano state previste anche visite guidate agli splendidi luoghi di questa parte del Lazio davvero ricca di storia e arte.

A dimostrazione di quanto riuscito sia stato l’intrecciarsi di momenti dedicati alle celebrazioni religiose con le apprezzatissime visite guidate, e anche ai momenti conviviali, vale la pena riportare quanto detto dal più giovane dei partecipanti al pellegrinaggio, Giovanni Daziano, di soli 10 anni: «Paola Scamuzzi, la mia maestra di religione ha raccontato di questo santo e io ero curioso di saperne di più… questo viaggio mi sembrava una bella occasione. E poi non ero mai stato a Roma. E il Papa ci ha anche salutato dalla finestra».

Si, in effetti prima di tornare a casa, il gruppo di solerini, sempre con accanto monsignor Gallese, hanno assistito all’Angelus nel corso del quale il Santo Padre ha salutato e ringraziato la diocesi di Alessandria. Tornando alle celebrazioni, che proseguiranno sino al prossimo febbraio, nella cattedrale di Segni la cerimonia religiosa si è conclusa di fronte al prezioso busto di San Bruno che nel prossimo mese di settembre sarà per qualche tempo “ospite” nella parrocchiale di Solero.

Il viaggio sulle tracce del santo è proseguito poi alla maestosa abbazia di Montecassino presso la quale monsignor vescovo ha celebrato la messa nella suggestiva cripta. Nella stessa giornata, visita anche alla città e alla cattedrale col museo di Anagni.

La parrocchiale di San Bruno a Colleferro con don Augusto Fagnani ha organizzato la serata conclusiva del viaggio, con un momento più istituzionale al quale ha preso parte anche il vicesindaco Giulio Calamita, per proseguire poi con una cena con karaoke e scambio di ricette di piatti della tradizione. E don Augusto ha detto: «Siamo grati alla comunità solerina e a monsignor Gallese, per aver voluto accettare il nostro invito, dopo l’incontro del mese scorso a Solero. Certamente nel corso dell’anno ci saranno ancora diverse occasioni per incontrarsi e stare assieme. Abbiamo sentito quanto potente possa essere il messaggio di San Bruno, come giustamente invocato dal coro dei giovani solerini, un santo che è davvero “uno di noi”».

E non soltanto durante le celebrazioni religiose, monsignor Gallese ha sottolineato quanto importante sia poter vivere giorni come questi perché arricchiscono e perché fanno comprendere meglio l’importanza degli incontri: «Poiché la vita degli uomini è fatta di incontri, tra di noi e con Dio. Approfondire la conoscenza della vita di un santo come Bruno ci consente anche di riflettere sulla necessità che abbiamo un po’ perso, e che abbiamo tutti, non soltanto noi del clero, della contemplazione. E ho trovato anche molto bella la profondità che è stata data all’incontro, perché lo scambio di gioia dell’essere insieme ci apre senza dubbio a mondi diversi».

Pieranna Bottino

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