Voce di uno che grida nel deserto

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

il Paginone di questo numero è dedicato alla guerra israelo-palestinese nei luoghi che hanno visto nascere, vivere, morire e risorgere Gesù Cristo. Com’è nostra abitudine, non ci schieriamo pregiudizialmente da una parte o dall’altra. Siamo piccoli giornalisti a cui la fede ha donato, per grazia, un minimo di realismo. Che ci impone, innanzitutto, di guardare le cose come stanno: dare la patente del torto e della ragione è astratto, è un giochino inutile.

È il “divertissement” del Maligno, che ci spinge a non guardare altro se non noi stessi e le nostre misere convinzioni. Pensiamo invece a papa Francesco, che sin dall’inizio del suo pontificato ha parlato di “Terza guerra mondiale a pezzi“. Ricordo che per me (era il 2014) fu una sorpresa: non mi ero reso conto che, mentre noi facevamo una vita tutto sommato tranquilla, il mondo era già in fiamme.

I massacri, anche peggiori di quelli a cui stiamo assistendo oggi, erano perpetrati senza che noi ce ne accorgessimo. C’era solo lui, Francesco, a dirci che il focolaio del Male avrebbe contagiato anche luoghi più vicini a noi, che la guerra ci riguardava. “Voce di uno che grida nel deserto”: quella del Papa è una voce che non ascoltiamo. La nostra indignazione e i nostri giudizi, ormai, sono governati dalla tv e dai social (e un pochino anche dai giornali).

Ci dividiamo in fazioni e litighiamo tra di noi sui buoni e sui cattivi, come se fosse questo il punto cruciale di tutta la situazione. La “casa” brucia, il tetto sta crollando e noi ci accapigliamo sul colore della tappezzeria… Ecco, in questo numero proviamo a darvi un altro punto di osservazione, coscienti dei nostri limiti ma anche dell’incontro che abbiamo fatto: quello con il Signore, nella Chiesa.

La nostra sfida quotidiana è una domanda (che facciamo anche a voi): la fede ha qualcosa da dire, di vero e di concreto, su questa guerra?

direttore@lavocealessandrina.it