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Un giornale universale? Proviamoci! #editoriale

Care lettrici, cari lettori,

innanzitutto i più cari auguri da tutti noi di Voce. Ve li facciamo con grande piacere, perché sentiamo la vostra vicinanza e, in molti casi, la vostra amicizia. Ce la mettiamo tutta, pur con i limiti che state imparando a conoscere, per realizzare un settimanale veramente cattolico. Cioè, come ci ha più volte ricordato papa Francesco, universale.

Un giornale in uscita, che non ha paura del confronto con il mondo e, soprattutto, ha qualcosa di interessante da raccontare all’uomo di oggi: Gesù Cristo. Nel 1933, il filosofo francese Emmanuel Mounier scriveva in una lettera a un amico: «Occorre soffrire perché la verità non si cristallizzi in dottrina, ma nasca dalla carne». Questa frase mi è subito tornata in mente dopo aver intervistato don Paolo Pietroluongo, vice parroco di Santa Giulia a Torino.

La sua storia, che apre il giornale, dimostra due cose: la prima è che la Chiesa, quando propone Cristo, è imbattibile anche nei confronti delle migliori (o peggiori) lusinghe del mondo. La seconda, che nessuno è perduto. Anche in extremis, o in situazioni difficili come quella di un giovane che si sballa in discoteca, la carezza del Nazareno (l’aveva chiamata così un “insospettabile” Enzo Jannacci) è sempre pronta a incontrare il nostro volto. E a farci risorgere.

Buona Pasqua!

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