Mercoledì 4 ottobre, nella scuola “Carducci” di Alessandria, è stata commemorata la festività dedicata a san Francesco d’Assisi, alla presenza del vescovo di Alessandria monsignor Guido Gallese, del presidente della provincia Gianfranco Baldi e del prefetto Romilda Tafuri. Presenti anche personalità rappresentative, come l’architetto Luigi Visconti e alcuni frati cappuccini. Così il vescovo Gallese sul Santo di Assisi: «Mi facevo qualche domanda su questa armonia di san Francesco, questa capacità di riportare l’armonia non soltanto in natura ma anche tra gli uomini. Quando qualcuno litiga, non è facile riportare l’armonia tra persone che non sono d’accordo: io tante volte mi trovo a pensare questo, perché per portare il bene a volte ci si sente disarmati, incapaci, non all’altezza. È un’impresa difficile portare la pace tra gli uomini e l’armonia dove essa non è presente, magari perché qualcuno l’ha persa per delle ragioni profonde nel suo cuore: per le storie che ha vissuto, per delle partite, per delle sofferenze, per dei dolori. Francesco era capace di portare l’armonia perché lui viveva una tale armonia con Dio e attraverso Lui con tutti, che era contagiosa; e dunque tutte le volte che vedo qualcosa di disarmonico in cui io sento il bisogno di portare l’armonia, vengo rimandato al fatto che forse devo portarla sempre di più nel mio cuore per essere capace di contagiare gli altri. Chiediamo allora la grazia al Signore affi nché San Francesco sia nostro modello in questo, perché tutti sappiano essere sempre più armoniosi per portare armonia intorno a noi e per diffondere, oltre a essa, la pace. Buona festa di San Francesco a tutti». L e p a r o l e dell’architetto Luigi Visconti: «Io vorrei “lanciare un sasso nello stagno”: richiamando una pagina del libro scritto da Giovanni Sisto nel 1977, in cui si parla della chiesa dell’ospedale militare intitolata proprio a san Francesco: “Spendere dunque alcune considerazioni su questa chiesa, attualmente camuffata da ospedale militare, per cui è mio parere e motivo di forte rammarico constatare che essa con la sua solida ossatura e il suo sereno stile lombardo potrebbe oggi figurare degnamente nella grandiosa mappa di chiese, cappelle e monasteri francescani che nel nostro Paese danno vita a un suggestivo ‘cantico delle pietre’, accanto a quello del ‘cantico delle creature’, se le sue originarie fattezze e quelle dell’annesso convento non fossero state dal tempo gravemente travisate dall’incorporamento nel complesso edilizio dell’ospedale militare». E dire che l’imponente organismo costruttivo fa di essa per quanto riguarda il Piemonte, la Liguria e la Lombardia, l’esempio più genuino di architettura lombarda della seconda metà del ‘200. La sua costruzione, infatti, fu iniziata una quarantina d’anni dopo il passaggio di San Francesco qui in Alessandria, correva l’anno 1213, con l’arrivo in città dei minori cappuccini, l’altro ordine francescano». Così il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco: «È un onore per me essere qui, per un’occasione importante. Per me San Francesco vuol dire molto, anche per l’incidenza che questo personaggio ha avuto nel campo della storia dell’arte. Aveva una personalità così forte da poter cambiare il modo di realizzare le opere d’arte di quel tempo. Si chiama “tempus veritatis”, ovvero un atteggiamento nei confronti della terra fatto di amore e armonia, accettando tutto della vita come dono di Dio. Sono rari i soggetti che determinano cambiamenti epocali come questo, quindi ogni volta che celebriamo San Francesco lo facciamo anche per questo suo forte senso di innovazione: non dimentichiamo che fu proprio lui a rappresentare il presepe per la prima volta».
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