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L’Editoriale – di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

tra i diversi stimoli che abbiamo voluto lanciare su questo numero del settimanale, due sono quelli che mi hanno colpito di più (apro una parentesi: il vero privilegio di “fare” Voce è che, se si vuole, si può essere toccati da storie, testimonianze e giudizi sulla fede davvero utili per la propria umanità). Chiudo la parentesi, e torno ai due punti (o giudizi, nel senso positivo del termine) di cui parlavo in precedenza. Il primo è di papa Francesco (lo trovate anche a pagina 8): «Perché Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati, è un Padre alla ricerca di gli, cui affidare i suoi beni e i suoi progetti». Se guardo a me, quante volte sono salito sul tram della vita senza biglietto! Eppure, il controllore mi ha sempre perdonato… La seconda frase è di don Luigi Giussani (uno che diceva che la carità è «dono commosso di sé»), fondatore di Comunione e Liberazione e ispiratore del Banco Alimentare, l’ente che promuove la giornata della Colletta Alimentare: «L’individuo, sollecitato nella sua capacità di compassione dall’incontro con un bisogno umano, acquista un’educazione, si stabilizza in un habitus permanente: come si comporta di fronte al bisogno, così comincia a capire che allo stesso modo deve comportarsi con sua madre, con suo padre, con la moglie, con il marito e con i gli, con tutti». Ecco il senso educativo della Colletta Alimentare di sabato prossimo, 25 novembre: imparare dalla carità a stare nel mondo con una umanità e uno sguardo più veri e gratuiti. Io parteciperò come volontario, e lo farò innanzitutto per una carità a me stesso.

Andrea Antonuccio 

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