“Il punto di vista” di Adriana Verardi Savorelli
24 luglio 2020: la comunità di San Michele è in festa per il compleanno del suo parroco, mons. Ivo Piccinini. Si può scrivere che 7+6 è uguale a 13, quindi è giovanissimo… come lui stesso ha riferito al Vescovo, mons. Guido Gallese, che gli ha telefonato per fargli gli auguri. Alle ore 18 è celebrata una Messa di Ringraziamento al Signore per il dono della sua vita dedicata al ministero sacerdotale.
Da oltre 40 anni vive in questo sobborgo come parroco e cerca di agire per il bene comune. Preziosa la sua attività non solo per gli abitanti del quartiere, ma per tanta altra gente che lo conosce e lo stima anche attraverso la radio diocesana Radio Voce Spazio. Dopo la Messa, nei locali del Circolo Acli e nel grande piazzale adiacente alla chiesa inizia la festa, con le dovute precauzioni stabilite a causa del Covid-19.
I primi saluti diversi dai soliti, con la toccata e fuga dei gomiti, i sorrisi con le bocche nascoste dalle fastidiose, eppure necessarie, mascherine, le parole a volte non perfettamente comprensibili, i volti appena riconoscibili, la voglia di libertà dalla paura sopportata d’essere contagiati dal maledetto virus. Rivedo giovani, che ricordavo bambini, i loro genitori e gli amati nonni. I volontari che servono ai tavoli lavorano alacremente.
Sorpresa per il Don, elogi e applausi, brindisi finale con ottimo vino spumante e dolcetti vari, il suo ringraziamento. Gli occhi dell’Amore guardano il bello, il brutto lo lasciano alle spalle. Comunità ideale che si desidera come una grande famiglia, capace di prendersi cura uno dell’altro, che s’interessa e gode delle buone notizie e soffre per quelle cattive. Non smette di sperare nel domani migliore dell’oggi, non crea disordine morale e dannosa zizzania, non ritiene nessuno antipatico e se non può parlare bene delle persone tace, consapevole che giudicare il prossimo non è suo compito.
In questa serata di festa è bello avere un sogno da realizzare: parlare dell’Amore e testimoniare l’Amore. Ricordo un pensiero di Santa Maria Teresa di Calcutta riportato nell’ultimo Bollettino parrocchiale prima dell’inizio della pandemia: «Attraverso questa vita una volta sola… Se posso fare una cosa buona o dire una cosa gentile a un altro essere umano devo farlo adesso, perché non passerò mai più da questo luogo». La redazione del Bollettino ha lanciato una benefica iniziativa: “A scuola di gentilezza”.
«Le cose della vita si possono dire in mille modi. Impariamo a dirle nel modo gentile. Proviamo a non scordare un saluto a chi entra o esce dall’oratorio, a rispondere a un sorriso, a ringraziare per le piccole cose… Il nostro sogno e quello dei nostri volontari è che le parole gentili facciano scuola e creino uno stile nei nostri rapporti personali». I sogni coincidono… Penso a questa comunità che cresce, lentamente, nella cultura della gentilezza, spero consapevole che la “buona vita” inizia e continua proprio così. Dovunque, e anche a San Michele, c’è molto da imparare nel rispetto verso il prossimo e nella speranza che “tutto andrà bene”. San Michele, protettore, aiuti a realizzare i sogni di chi crede nella sapienza del cuore!