Cammino di San Marco 2021
L’esperienza di Simone
«Una cosa che non mi aspettavo? Di stare così bene in comunità. Mi sono sentito accolto e benvoluto. È stato bellissimo anche attraccare sulle isolette e fare una passeggiata sulle dune in mezzo al fiume: un’esperienza che non avevo mai vissuto, Mi hanno fatto toccare la ghiaia e le conchiglie: l’avevo già fatto al mare, ma mai in un corso d’acqua». Simone Pasquini ha 25 anni, ha origini liguri ma studia e vive ad Alessandria. È fisioterapista e a settembre vorrebbe rilanciare la sua attività, comprese le visite a domicilio (un po’ penalizzate a causa del Covid). Si è messo in pellegrinaggio verso San Marco, sperimentando un tipo di fatica diverso rispetto ai suoi compagni di cammino. Nel 2015 infatti ha subito un trauma alla vista: «da un occhio non vedo nulla. Dall’altro percepisco appena la luce». Starà sul fiume fino a venerdì 23: gli abbiamo chiesto di raccontarci come sta vivendo questa esperienza.
Simone, cosa ti ha convinto a iscriverti?
«Ero molto curioso: è un’esperienza che non ho mai fatto, volevo capire come si fa un pellegrinaggio sul fiume e dopo questi lunghi mesi di isolamento pensavo fosse una bella cosa conoscere nuove persone. Per ora non sono stanco: fisicamente sono allenato, pagaiare non mi pesa. Vediamo come va in questi giorni (ride)».
Che cosa ti sta insegnando questo cammino? Come sta andando questa esperienza?
«Prima d’ora non avevo mai attraversato un fiume. Sto sentendo profumi e odori diversi dal solito, siamo sempre accompagnati da cinguettii: provo ad immaginarmi come è fatto il panorama e che tipo di uccelli ci sta accompagnando con il canto. È come se vivessi il pellegrinaggio in un’altra dimensione. Sto facendo un’esperienza completamente nuova per me, sono stato in posti dove non ero mai stato e ho dovuto imparare a muovermi anche lì. Come prossima avventura, vorrei provare un bagno nel fiume. Mi sono dimenticato il materassino a casa e la prima notte ho dovuto dormire sul pavimento, anche quella è stata un’avventura (ride)!».
Che cosa ti ha colpito di più fino a questo momento?
«L’accoglienza che abbiamo ricevuto nelle varie tappe e quella che ho sperimentato io personalmente nel gruppo. Non potendo vedere, in questi sei anni ho imparato a “percepire” le persone dal loro tono di voce. Riesco a “sentire” la profondità, la purezza di carattere e la sincerità di chi mi sta davanti: qui devo dire che “sento” un bel gruppo, persone buone e sincere, una bella squadra che mi fa sentire a mio agio».
Il Vescovo sul “Sup”
Se tanti pellegrini stanno vivendo questo percorso a bordo delle canoe o dei kayak, monsignor Gallese ha optato per il Sup (acronimo di “Stand up paddle”, una tavola da surf gonfiabile che si guida in piedi, ndr)
Eccellenza, come sta andando finora il Cammino?
«Dal secondo giorno in poi direi meglio, la prima giornata è stata molto bella ma abbiamo patito tutti la stanchezza fisica: i muscoli non sono preparati a pagaiare e la sera un po’ si lamentano (ride)! L’esperienza è sempre bellissima: le partenze all’alba sono molto suggestive, l’accoglienza calorosa delle parrocchie dove arriviamo mi colpisce sempre. Per esempio, il primo giorno ci hanno aspettato all’attracco con dell’acqua fresca. Il gruppo è molto affiatato e partecipe. Simone poi è un esempio per tutti: un ragazzo non vedente che si gode la pagaiata che non ha mai fatto prima d’ora, non si spaventa di nulla e va avanti con molta serenità. Lo trovo straordinario».
E la navigazione come procede?
«Anche questa molto bene direi. Io sono sul Sup da solo, le correnti ci aiutano nella navigazione: andiamo a una buona velocità. Martedì ad esempio mentre dicevamo le lodi e facevamo lectio divina sul Vangelo di Marco, abbiamo toccato una velocità di 8,2 chilometri orari».
Un filosofo sul fiume
Tra i pellegrini c’è anche Antonio Lizzadri, 36 anni docente di storia della filosofia contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore e vice direttore del Collegio Santa Chiara.
«Per chi percorre il Po per la prima volta è tutto così inedito: la bellezza del paesaggio fluviale che riecheggia una Presenza, l’immediatezza di amicizie appena nate ma da sempre attese, la fatica e le fatiche che chiedono un perché, la strada percorsa assieme a uomini di Dio, pronti ad accompagnarti».
Le tappe
Dopo la recita delle lodi mattutine nella Cattedrale di Alessandria ai piedi della Madonna della Salve, i nostri 15 pellegrini lunedì 19 sono saliti sulle loro canoe a Rivarone per la prima tappa del loro percorso, Balossa Bigli, in provincia di Pavia, nella Diocesi di Vigevano. Martedì hanno fatto tappa a Ponte della Becca (nella diocesi di Pavia) e mercoledì a Corte Sant’Andrea (diocesi di Lodi). Oggi, giovedì 22 luglio, giorno in cui esce in edicola Voce alessandrina, troveranno ristoro a Roncarolo, nella diocesi di Piacenza-Bobbio.
Il Cammino sui social
Ogni giorno, su Facebook e Instagram, l’account ufficiale Cammino di San Marco racconta le avventure di questo pellegrinaggio a colpi di pagaia. Vi aspettiamo anche lì!
Zelia Pastore