“Collezionare per credere” di Mara Ferrari
Il periodo “back to school” è decisamente nell’aria e il collezionismo può diventare un alibi formidabile per tornare sui banchi di scuola con lo sprint necessario, ma che a volte è rarissimo da trovare come i pezzi più ambiti della nostra raccolta. Per esempio, leggendo il capolavoro di Jostein Gaarder, “Il mondo di Sofia”, ho scoperto qualche alibi che gli allievi più sagaci possono usare con i genitori per farsi comprare ciò che più vagheggiano.
La stessa Sofia, protagonista dell’opera, quando la madre la sorprende alle prese con una casa delle bambole in versione Lego, le ribatte prontamente che non sta semplicemente giocando come una bambina, ma che sta lavorando a complesse ricerche filosofiche! Ed ecco, allora, che i mattoncini Lego spiegano con semplicità la complessa teoria degli atomi di Democrito: infatti Sofia non ricorda di aver mai visto un lego rotto, ma di aver sempre assemblato con facilità le varie forme a disposizione, andando a formare costruzioni ogni volta nuove. Per Democrito era fondamentale ribadire che tutti gli elementi con cui viene costruita ogni cosa non potessero essere divisi all’infinito in parti sempre più piccole; se così fosse stato, infatti, la natura avrebbe cominciato a fluire come una zuppa sempre più liquida.
Gli atomi dovevano pure risultare solidi e compatti, ma non uguali fra loro. Altrimenti sarebbe stato impossibile motivare come fossero in gradi di creare tutto, dai papaveri agli ulivi, dalla pelle ai capelli. Gli atomi si muovono nello spazio vuoto e si aggregano per formare tutto ciò che ci circonda; per esempio quando un albero muore e si decompone, gli atomi si disperdono e possono essere utilizzati nuovamente. Proprio come un singolo lego può far parte un giorno di una macchina, il giorno seguente di un castello; addirittura i bambini di oggi sono in grado di usare gli stessi mattoncini con cui si divertivano i genitori nei loro trascorsi infantili, il che li fa sembrare quasi eterni! Potremmo impiegare anche la plastilina per lo stesso scopo, ma quest’ultima si frantuma via via in pezzi sempre più piccoli e questi minuscoli grumi non si possono rimettere insieme per creare oggetti sempre nuovi.
Insomma i più giovani collezionisti di Lego potranno usare l’alibi di Democrito, da oggi in poi, per farseli comprare! Invece quelli di figurine o di carte potrebbero escogitare un esercizio di educazione artistica; per esempio, da una figurina degli ”Amici Cucciolotti” è scaturito un magnifico ritratto d’artista, nello specifico un gatto di Claudio Braggio. Ne approfitto per ampliare la gamma delle collezioni diversamente abili, ossia con la dote di arricchire una disciplina scolastica in una piattaforma web dal titolo “il collezionismo di Sofia”; magari l’amica Sofia Sacco mi aiuterà in questo progetto, chissà… Per ora, se avete curiose segnalazioni in tal senso, giratele pure alla mia mail (almar86@libero.it).
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