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Madre Michel: una missione che si perpetua nel tempo

“Il mondo a 14 anni” di Sara Piscopello

Quest’anno, ricco di eventi e nuovi incontri, mi ha portato alla conoscenza di una meravigliosa suora chiamata Ortensia, che fa parte delle Suore della Divina Provvidenza di Alessandria. L’incontro con Ortensia mi ha dato modo di approfondire la conoscenza della loro madre fondatrice, che è stata parte attiva per la zona della Fraschetta. Oggi sono qui alla casa madre per poter conoscere la vita di questa grande donna e benefattrice.

Madre Teresa Grillo Michel è nata nel 1855 a Spinetta Marengo da una famiglia borghese alessandrina. Conseguì i suoi studi a Lodi in un collegio per le dame inglesi. All’età di circa 22 anni si sposò con il capitano dei bersaglieri Giovanni battista Michel e si trasferì a Napoli con lui. La sua vita scorse in serenità, l’unico rammarico fu quello di non aver avuto figli. Nel 1891, suo marito, durante una parata viene colpito da una insolazione, passerà alcuni giorni in stato febbrile fino alla sua prematura scomparsa. Donna Teresa, che all’epoca era trentaseienne, sconvolta, non trovò pace e decise di fare rientro al suo paese. Iniziò una vita di preghiera e di adorazione. Solamente con la fede riuscì a trovare momenti di pace. Si legò alla comunità francescana del Sacro Cuore di Alessandria e l’incontro con la comunità di Torino il Cottolengo le fece cambiare totalmente vita. Visitando la casa dedicata alla Divina provvidenza ,che accoglieva i più poveri della città, decise di intraprendere lo stesso percorso con un’esperienza analoga nella sua città di origine. Teresa, intaccando il patrimonio famigliare, costruì questo punto di ritrovo per i poveri di Alessandria, fino a quando decise espressamente di voler istituire la casa della Divina Provvidenza. Acquistò in Alessandria una serie di casette mal ridotte e le trasformò in un complesso per accogliere i bambini in difficoltà e si trasferì con loro nel 1893.

Nel 1823 Borsalino le trovò un luogo più idoneo per la sua struttura e le consegnò un edificio nel rione Orti. In quello stesso periodo poco lontano, a Tortona, un novizio fondava una casa per accogliere sacerdoti pronti ad occuparsi di malati ed emarginati. Lui era Don Orione. Nacque un rapporto di grande stima e collaborazione tra Teresa e Don Orione, nel quale cercano di seguire le stesse linee guida per l’accoglienza e l’aiuto nella loro provincia. L’anno successivo, Teresa, inaugurò ufficialmente il piccolo ricovero della Divina Provvidenza. La famiglia di Teresa cercava in tutti i modi di ostacolare le scelte della donna, tentando in svariati modi di far chiudere il ricovero, ma ogni giorno aumentavano i bisognosi che si rivolgevano alle cure di Teresa e molte donne decisero di sostenerla ed affiancarla nella sua opera mettendosi in gioco. Nel 1899, Michel, diede vita ad una nuova congregazione religiosa femminile, le suore della Divina Provvidenza, servizio dedicato interamente ai poveri ed ai bisognosi, incentrata sull’adorazione eucaristica.

Teresa era una donna fuori dagli schemi, rifiutava le sicurezze e gli agi per poter stare con le altre compagne e i poveri. La vera svolta della sua vita avvenne quando la comunità di san Vincenzo la informò che un vedovo, con tre figli, era stato arrestato e i bambini non avevano un luogo dove vivere. Iniziò così il progetto. Cominciò ad elemosinare per la città di Alessandria con un carretto ed un asinello, senza remore e senza vergogna per la sua immagine del passato di nobildonna, venne derisa e cacciata proprio da quelle donne dell’alta borghesia, di cui lei stessa aveva fatto parte. Si spostò per tutto il Piemonte, cercando di raccogliere anime bisognose di assistenza o di un luogo dove vivere. Dormiva dove le capitava, anche per terra o su dei bancali. L’8 Gennaio del 1899, avvenne la prima vestizione delle suore e Teresa prese il nome di Suor Maria Antonietta.

I suoi viaggi a Torino al Piccolo Cottolengo, le permisero di conoscere, a Moncalieri, la principessa Clotilde di Savoia, dedica alle opere di carità e alla preghiera. Il 13 Giugno 1900, la Madre superiore partì alla volta del Brasile, giunse nella città di Santos, dove vi rimase per circa un anno per fondare la sua opera. Il luogo prescelto fu Mococa. Ritornò in Italia il 30 Maggio del 1901. Durante la Prima Guerra Mondiale, inviò molte delle sue consorelle ad assistere i militari e non solo, esse si occuparono di vedove, orfani e senza tetto .Nel 1916 sorge la Casa provinciale di Rio de Janeiro e una casa a Mar di Espanha. Teresa viaggiò molto per portare il suo messaggio di carità e povertà, ma alle sue sorelle ripeteva che non era necessario andare nei luoghi di missione, ma pregare costantemente con tanta umiltà, supplica e aiutare qualsiasi povero o disperato avessero trovato sulla loro strada. Tra il 1926 e il 1938, la Madre aprì 10 strutture sul territorio italiano; Gamalero, Filettino, Pecetto ,Abbiategrasso, Lobbi, Milano e Senigallia.

Nel 1931 il piccolo ricovero fu riedificato, sempre con l’aiuto di Borsalino, con l’idea di farlo diventare la Casa Madre. Gli ultimi anni del suo cammino furono accompagnati dal supporto di Torriani, che dopo essere stato per anni il suo amministratore, si convertì al cammino religioso grazie alla Madre, che aveva fatto crescere in lui la vocazione. Torriani prese i voti e divenne il biografo di Madre Teresa Michel. Il 23 Gennaio del 1944, inferma da tempo nel suo letto, pronunciò le sue ultime parole: “Buonasera e viva Gesù”. Entrò in coma e morì il 25 Gennaio. Fu beatificata a Torino il 24 Maggio del 1998 da Giovanni Paolo II. Dopo la sua morte, le suore che continuarono la sua missione furono circa 260 distribuite in 45 case. In questi ultimi anni, per mancanza di vocazioni, le suore che gestiscono tali strutture sono in minor numero, anche se molte suore missionarie da vari paesi del centro e sud Africa, Indie e Filippine, viaggiano e vengono nelle case della misericordia per conoscere la dottrina e la parola lasciata da Madre Teresa. La loro sede centrale è rimasta Roma dove vi è la casa generalizzata ed Alessandria dove Teresa partì con la sua opera. Lì si possono trovare le sue stanze di studio e lavoro, la sua camera con i suoi ricordi di vita e del marito defunto. Lì vi è la sua tomba con i suoi resti mortali.

Dopo questa intervista, che mi ha portato a conoscere la vita e le opere di Madre Teresa , ho potuto vedere coi miei occhi tutto quello che ha costruito nella sede madre, ma soprattutto il messaggio di carità che ha lasciato alle sue sorelle. Questo è un luogo magnifico ,carico di una grande atmosfera religiosa, ma anche di serenità e accoglienza. Oggi le suore, si occupano ancora di disabili e di anziani che non hanno una dimora, ma porgono anche accoglienza a giovani studenti lontani dalla loro città. Curano le loro sorelle malate che vivono con loro. Ognuna di esse ha un ruolo ben preciso, dedicarsi all’orto, giardinaggio, c’è chi cucina e chi pulisce le cappelle o si occupa di amministrazione o contabilità. Vi è una sorella infermiera e chi ancora svolge attività di carità portando aiuti economici o alimenti nei luoghi di necessità. Aiutano in Cattedrale il Vescovo e svolgono attività di catechismo e preparazione ai sacramenti.

La loro accoglienza non è solo per chi ha bisogno, ma anche per chi vuole stare in un luogo di pace e silenzio per ritrovare un equilibrio in un mondo così rumoroso. Ringrazio di cuore suor Irene che se anche con fatica, mi ha accompagnato in questo mio piccolo tour all’interno della casa e suor Ortensia per la sua amicizia e perché incarna in tutto e per tutto il messaggio di Madre Teresa Michel. A presto, mie piccole grandi suore.

Sara Piscopello

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