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I social? Pantaloni a vita bassa!

“Il mondo a 13 anni” di Sara Piscopello

Ormai ci siamo divisi in due parti: i pro e i contro i social, e appoggiare una tesi piuttosto che un’altra non è così facile, perché esse hanno molteplici aspetti che vanno rispettati e non giudicati. Personalmente sostengo che i social possano incidere su noi ragazzi, non su tutto, ma molte situazioni fanno pensare che possano essere dannosi per la nostra persona e per il nostro modo di viverli nel quotidiano. Un pericolo è quello delle chat sui social, come Instagram, perché non si mai se la persona con cui stiamo parlando sia veramente quello che dice di essere o meno. Alcuni influencer ci mostrano degli esempi positivi di vita, spesso anche di ricchezza. Altri fanno anche da sponsor a prodotti che nemmeno hanno provato, per farsi pubblicità e, oltre a darci false informazioni sui prodotti che sponsorizzano, divulgano anche fake news.

Ci sono altre persone, “Pro social”, che sostengono che essi non annullino la vita sociale e che, se usati consapevolmente, diventino anche un buon passatempo. Si può conoscere molta gente e fare amicizia, inoltre possiamo parlare con persone distanti. I social ci danno informazioni attraverso profili di scienziati, artisti o esperti in un determinato campo, fornendoci così nuovi argomenti su cui parlare e discutere. Gli influencer aiutano l’e-commerce, sponsorizzando prodotti che usano nella loro vita. È tuttavia sin troppo semplice affermare che chi sostiene questo sbagli, poiché ci sono molti profili falsi di chi si finge scienziato o artista semplicemente per divulgare false notizie. Per questo bisognerebbe leggere le informazioni sui social e confrontarle con siti più affidabili. Sono un mezzo di comunicazione con persone lontane, ma perché non usare le chiamate e i messaggi normali? Tutto questo modo di comunicare ha annullato alcuni rapporti sociali, ha allontanato le persone e reso i sentimenti più superficiali.

La comunicazione tramite social rende tutto molto superficiale, senza avere più necessità di incontrarsi per avere scambi di opinioni, come dovrebbero fare i ragazzi della nostra età. Ho molto riflettuto e rimango dell’idea che i social creino dei danni, non solo morali, perché, come ho già detto in precedenza, ci sono molti casi di bullismo che portano anche a far chiudere la persona in se stessa, annullando la propria vita sociale, ma in situazioni ancora più gravi alcuni si fanno del male fisico e smettono di mangiare solo perché vengono offesi o ripudiati per il concetto di “bellezza perfetta” (così come viene proposta dalla società di oggi). Non dovrebbero mai esistere dei canoni di bellezza tra adolescenti: non vedo perché un ragazzo o una ragazza che è più in carne debba essere più “brutto/a” di quelli più magri.

Oppure perché alcune ragazze vengano offese se in un post si vedono i baffetti o della peluria sulle gambe (cosa del tutto normale). Alcune volte mi chiedo perché gli “esperti dei computer” non abbiano ancora inventato un “anti- bullismo”, così che, ogni volta che qualcuno sta per scrivere un insulto, venga bannato o il messaggio bloccato. Tutti noi, almeno una volta o anche di più, abbiamo ricevuto una critica sul proprio fisico o anche per il proprio carattere. Gli insulti e i pregiudizi sono tra gli aspetti più terribili che la mente umana possa elaborare, oltre ai pantaloni a vita bassa, ma questo è un altro discorso…

Rimango e rimarrò dell’idea che la bellezza è in tutte le cose e che non bisogna parlare o scrivere senza pensare alle conseguenze, che molte volte, se sottovalutate, portano anche a gesti estremi, come l’utilizzo di sostanze alcoliche o il suicidio. Questa è l’era della tecnologia, del futuro e dei nuovi mezzi di comunicazione: tutto questo è positivo per lo sviluppo e la crescita delle nuove generazioni, quello che manca è il sapere utilizzare questi potenti mezzi nel modo più corretto per poter ottenere un beneficio e non un danno esistenziale.

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