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Che fertile sia l’estate

“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli

Fare calcio, si sa, non è cosa per tutti: costi esponenziali, imprevisti, rischi connessi alla ben nota legge della rotondità del pallone ed umori di piazze sovente ingrate e comunque abituate a ragionare secondo gli stilemi (mi si consenta l’espressione) della pancia, rendono l’avventura sovente ardua anche ai più navigati o, se si preferisce, scafati.

Ma il profumo, vorrei dire l’ebbrezza, di un’improvvisa popolarità fa sovente dimenticare le sagge, vecchie, regole della prudenza anche ad esperti imprenditori che (l’elenco è lungo) hanno finito con il giocarsi i successi costruiti dietro la scrivania per rincorrere gli applausi degli spalti e la gloria dei titoli sportivi.

E così, mentre ci accingiamo anche noi a qualche tempo di meritato riposo, l’Alessandria è alle prese con uno dei maggiori punti interrogativi della sua storia, affidata ad una proprietà dai contorni non ancora ben definiti e reduce da una stagione di storici successi miseramente terminata tra il disamore del vecchio Presidente e l’ingiustificata ingratitudine di una parte del tifo.

Ed allora l’augurio è che queste siano settimane feconde per i colori sportivi della nostra città: quando ci ritroveremo, è verosimile ritenerlo, forse almeno una parte dei predetti interrogativi avrà trovato soluzione.

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