Nell’articolo pubblicato mercoledì su Avvenire ho parlato dell’autunno e della montagna, che in questi giorni festeggia la discesa delle mucche dagli alpeggi. E proprio in montagna, ad Arnad, ha sede il salumificio Bertolin, 60 anni di attività per un prodotto povero come il lardo, che oggi arriva a fatturare 6 milioni di euro. E dietro a quest’azienda c’è una donna, Marilena, con i suoi due fi gli che, dopo la prematura morte del padre, hanno proseguito con caparbietà l’attività in questi anni difficili. Una storia simile è quella di Marina Cvetic, che in un altro paese di montagna, San Martino sulla Marruccina, ha preso le redini dell’azienda vitivinicola Masciarelli, dopo la dipartita del marito Gianni, arrivando a fatturare 11 milioni di euro. Ciò che colpisce di queste due donne sono la bellezza e il sorriso, nonostante le difficoltà che hanno dovuto affrontare per fare un’impresa. E proprio questa è la preoccupazione di Marilena Bertolin: la burocrazia troppo invasiva rischia di soffocare le energie dei giovani, generando scoraggiamento. I politici dovrebbero riflettere su queste storie per decidere quale strada intraprendere.
Storie di chi non si scoraggia