Per amore del mio popolo non tacerò (Is 62,1). L’autore del cap. 62 del Libro del profeta Isaia ci richiama l’intima connessione tra la vita di fede e la giustizia nei rapporti sociali “finché non sorga la sua giustizia”. Senza questo la religione rischia di trasformarsi in un vuoto spiritualismo. In una società segnata dall’esclusione sociale che relega tante donne e uomini nei bassifondi della storia, dobbiamo assumere, come battezzati, il ministero profetico della denuncia. Il non farlo sarebbe complicità e connivenza. Ma non siamo soli. Nel nostro Paese ci sono ancora giacimenti di democrazia sommersa. Ne è prova la XXIV Giornata per l’impegno contro le mafie, conclusasi a Padova il 21/3. L’evento ci ha richiamato a un dato di realtà: oggi in Italia i veri nemici sono le mafie, l’usura, la corruzione, la mancanza di lavoro e non gli immigrati. Frastornati come siamo da una informazione prona al cinico potere di turno, non siamo consapevoli di quanto le nuove mafie “con i colletti bianchi” ci stiano rubando l’economia. Oscar Romero, vescovo e martire, di cui abbiamo fatto memoria liturgica nei giorni scorsi, ci infonda il coraggio di non tacere di fronte all’arroganza di ogni autoritarismo “che così ci preferiscono, tutti zitti come cani che obbediscono”. (F. Mannoia, Il peso del coraggio).
Roberto Massaro