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Gambe e testa per uscire dal periodo nero

La testa e la pancia

Le difficoltà di una squadra che da un mese non sa più vincere

La recente sconfitta dell’Alessandria a Gorgonzola, paese lombardo celebre per avere dato i natali a uno dei formaggi più famosi del mondo (poi divenuto patrimonio della terra novarese ma qui inventato), ha aperto inquietanti interrogativi sulla tenuta mentale dei giocatori dell’Orso durante la partita. Fino a poche settimane fa aveva tenuto banco la capacità dell’Alessandria di essere concreta e redditizia pur senza emozionare particolarmente dal punto di vista del gioco e il sottoscritto, primo fra tutti, aveva rievocato la pezzaliana “dura legge del gol” a sostegno della grande utilità delle prove dei Grigi, sia pur non contrassegnate da particolare fascino in termini estetici. Poi, nelle ultime cinque partite, la situazione è clamorosamente peggiorata rendendo l’Alessandria una squadra che, pur continuando a sapersi difendere abbastanza bene, ha praticamente perso la capacità di buttarla dentro.

foto tratta dal sito alessandriacalcio.it

Nel frattempo, anche la certezza che la nostra squadra del cuore fosse capace di difendersi aveva cominciato a vacillare sulla scorta delle troppe occasioni in cui la stessa – dopo essersi trovata in vantaggio – si era fatta raggiungere dagli avversari: ma quello che è accaduto a Gorgonzola ha superato, verso il basso, quanto di peggio si fosse visto dall’inizio del Campionato a oggi. Già, perché l’Alessandria, dopo un primo tempo in cui aveva manifestato maggiore iniziativa degli avversari coronando la frazione con il bel gol di Arrighini e un secondo tempo che era stato controllato senza patemi fino quasi alla sua metà (dunque fino ai tre quarti di partita), ha poi subito un tracollo degno degli annali del calcio mandrogno, incassando quattro goal (ma avrebbero potuto essere tranquillamente cinque o sei) nello spazio di poco più di venti minuti e finendo sommersa da una formazione, l’Albinoleffe, che occupava, e continua ad occupare, una posizione decisamente inferiore in classifica. Riguardando poi le azioni che hanno portato alle reti dei bergamaschi non ho potuto fare a meno di notare le clamorose, concertanti, amnesie dell’intero pacchetto arretrato, in modo particolare di quel Cosenza che, da quando è approdato in riva al Tanaro, sembrava avere reso la difesa della sua squadra una sorta di bunker antiatomico e che invece è stato il peggiore dei suoi, con una prestazione costellata di errori difficili da spiegarsi.

Qualcuno può forse pensare che la psiche non c’entri quando si parla di professionisti del calcio ma, nel far ciò, forse dimentica che i giocatori, prima di tutto, sono uomini che avvertono le pressioni e magari anche le insicurezze di tutto l’ambiente circostante. Oggi l’Alessandria si trova in una situazione di tensione dalla quale c’è una sola medicina per poter guarire: la vittoria.

Silvio Bolloli

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