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Che cosa dire? Ecco alcuni esempi

  • I mercanti nel tempio 
  • Il tradimento di Giuda
  • La Messa 

I mercanti nel tempio siamo noi quando a Messa i telefonini accesi squillano e rispondiamo o mandiamo messaggi. I mercanti nel tempio siamo noi quando non ci inginocchiamo davanti a Gesù nel tabernacolo entrando in Chiesa. I mercanti siamo noi quando dopo aver ricevuto Gesù eucarestia siamo distratti e non entriamo in dialogo profondo con Lui. Così facendo non diamo esempio ai nostri figli della devozione che a Dio spetta. Spesso nella vita dei Santi troviamo la testimonianza di preghiera e di carità che loro stessi hanno ricevuto dai genitori

Bisogna aiutarli a capire che in ogni rapporto e anche in quello con Dio c’è in gioco la libertà, si può scegliere di corrispondere o si può rifiutare. Per questo motivo la nostra relazione con loro e con Dio è lo specchio di quella che sarà la loro relazione con gli altri e Gesù. Ci ricorda che siamo in un rapporto vivo con il Signore, che attende la nostra mossa e per questo rispetta la nostra libertà.

La celebrazione eucaristica della domenica mattina è un appuntamento, è un’abitudine che crea appartenenza alla comunità. Inizialmente il bambino viene perché è portato dai genitori e si fida di loro, l’adolescente invece, ci viene con la voglia di stare con gli amici e magari (se accompagnato insieme ai suoi amici) riscegliere la proposta di fede fatta dalla famiglia da bambino.

 

Chi porta i regali ai bambini: Gesù Bambino o Babbo Natale?

Risponde Daniela Frizzele: «Babbo Natale è una bella fiaba, come lo sono la Befana e la fata del dentino. Ai bambini piacciono questi personaggi perché il pensiero infantile è un pensiero magico ma è giusto che resti una fiaba. Ai miei figli parlo di Gesù che si fa presente e che porta dei doni, come la pace, l’amore di Dio, dei doni grandi che porta incarnarndosi in quel bambino che nasce a Natale. Questo è il messaggio di Gesù bambino per portare la luce sull’umanità. Poi, i doni che ci si scambia a Natale, rappresentano la bellezza del momento, ci si dice che ci si vuole bene con quei regali, servono per stupire l’altro, sorprenderlo e in qualche modo realizzare i suoi desideri. La relazione ha bisogno di questo riconoscimento, va curata anche nello scambio dei regali e se poi vogliamo fare un po’ di coreografia, ci sta. Quindi Babbo Natale che porta i regali è folklore, ma deve rimanere in quella dimensione. I doni del Natale sono altri. Per esempio preparsi al Natale durante l’Avvento con qualche impegno personale, aiuta la comprensione dei veri doni del Natale, che porti ai tuoi fratelli e quindi a Gesù stesso. Ovviemente gli impegni variano a seconda dell’età: dal parlare con un compagno che non ci sta simpatico, al visitare i più poveri o fare un regalo a chi non può permetterselo. L’importante è non confondere le due cose. Gesù che nasce è la realtà, Babbo Natale è una fiaba. Gesù bambino porta dei doni all’umanità, mentre Babbo Natale porta qualche regalo. Non tutti però! Perché i regali ce li si fa per volersi bene, che sia un disegno o un oggetto di valore non ha importanza è sempre regalare una parte di sé agli altri».

In tasca – Chioccia Tigre Elicottero Spazzaneve

Si dice che non si è mai pronti a essere genitori. Capita così che a volte ci si possa trasformare in un genitore chioccia, uno tigre, uno elicottero o uno spazzaneve. Modelli fissi, ripetitivi, stereotipati, e per certi versi rassicuranti, ma al tempo stesso anche fluidi, con contaminazioni e incursioni reciproche l’uno nel campo dell’altro. La domanda è questa: meglio un modello o una strada personale?

 

 

 

 

A cura di Enzo Governale

 

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