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O siamo fratelli o crolla tutto

Giornata internazionale della fratellanza umana

Sono passati due anni dal viaggio apostolico negli Emirati Arabi Uniti di papa Francesco. Era il 4 febbraio 2019 quando, ad Abu Dhabi, il Santo Padre ha incontrato il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, in quell’occasione firmarono anche il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune.

A pochi mesi da quella firma è stato istituito l’Alto Comitato per la fratellanza umana per tradurre, in impegni e azioni concrete, le aspirazioni del Documento. Tra le azioni concrete è in programma l’istituzione di una Casa famiglia abramitica, con una sinagoga, una chiesa e una moschea, sull’Isola Saadiyat ad Abu Dhabi. Nel secondo anniversario di quel 4 febbraio si sono di nuovo “riuniti”, questa volta sul web, per la prima Giornata internazionale della fratellanza umana, istituita il 21 dicembre 2020 dall’Onu.

Francesco e Al-Tayyeb, oltre alla loro fraterna conversazione, hanno anche presentato i vincitori del primo “Premio Zayed”, nato anch’esso dal documento. Un riconoscimento che premia coloro che costruiscono ponti per mettere in collegamento popoli divisi, rafforzando i veri rapporti umani che rendono possibile il lavoro per garantire libertà e sicurezza per tutti. Onorando così i valori del fondatore degli Emirati Arabi Uniti, il defunto Sheikh Zayed.

A questo speciale incontro era presente anche il giudice Mohamed Mahmoud Abdel Salam, segretario generale dell’Alto Comitato per la fratellanza umana: l’organismo che con una giuria internazionale ha scelto i premiati. Nel 2019, sia il Papa sia l’Imam, hanno ricevuto per primi questo riconoscimento: il successore di Pietro ha donato l’intero importo del premio al popolo Rohingya del Myanmar. Quest’anno i premiati (presenti anche loro in collegamento) sono il segretario generale dell’Onu, António Guterres, e l’attivista franco-marocchina Latifa Ibn Ziaten.

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Papa Francesco

Sorelle e fratelli. Questa è la parola: sorelle e fratelli. Affermare la fratellanza. In modo speciale a Lei, fratello mio, amico mio, mio compagno di sfide e di rischi nella lotta per la fratellanza, Grande Imam Ahmed Al-Tayyeb, che ringrazio per la compagnia nel cammino per la riflessione e la redazione del documento che è stato presentato due anni fa. La Sua testimonianza mi ha aiutato molto perché è stata una testimonianza coraggiosa. So che non era un compito facile. Ma con Lei abbiamo potuto farlo insieme, e aiutarci reciprocamente. La cosa più bella è che quel primo desiderio di fratellanza si è consolidato in vera fratellanza. Grazie, fratello, grazie!

Desidero anche ringraziare Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Zayed per tutti gli sforzi che ha compiuto perché si potesse procedere in questo cammino. Ha creduto nel progetto. Ci ha creduto. E penso che sia giusto anche ringraziare – mi consenta, Signor Giudice, la parola – “l’enfant terrible” di tutto questo progetto, il giudice Abdel Salam, amico, lavoratore, pieno d’idee, che ci ha aiutato ad andare avanti. Grazie a tutti per aver scommesso sulla fratellanza, perché oggi la fratellanza è la nuova frontiera dell’umanità. O siamo fratelli o ci distruggiamo a vicenda. Oggi non c’è tempo per l’indifferenza.

Non possiamo lavarcene le mani, con la distanza, con la non-curanza, col disinteresse. O siamo fratelli – consentitemi –, o crolla tutto. È la frontiera. La frontiera sulla quale dobbiamo costruire; è la sfida del nostro secolo, è la sfida dei nostri tempi. Fratellanza vuol dire mano tesa; fratellanza vuol dire rispetto. Fratellanza vuol dire ascoltare con il cuore aperto. Fratellanza vuol dire fermezza nelle proprie convinzioni. Perché non c’è vera fratellanza se si negoziano le proprie convinzioni. Siamo fratelli, nati da uno stesso Padre. Con culture, tradizioni diverse, ma tutti fratelli.

E nel rispetto delle nostre culture e tradizioni diverse, delle nostre cittadinanze diverse, bisogna costruire questa fratellanza. Non negoziandola. È il momento dell’ascolto. È il momento dell’accettazione sincera. È il momento della certezza che un mondo senza fratelli è un mondo di nemici. Voglio sottolinearlo. Non possiamo dire: o fratelli o non fratelli. Diciamolo bene: o fratelli o nemici. Perché la non-curanza è una forma molto sottile d’inimicizia. Non c’è bisogno di una guerra per fare dei nemici.

Basta la non-curanza. Basta con questa tecnica – si è trasformata in una tecnica –, basta con questo atteggiamento di guardare dall’altra parte, non curandosi dell’altro, come se non esistesse. Caro fratello Grande Imam, grazie per il Suo aiuto. Grazie per la Sua testimonianza. Grazie per questo cammino che abbiamo fatto insieme.

Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb

In nome di Allah misericordioso, nostri fratelli di tutto il mondo che la pace sia con voi. La nostra celebrazione del Documento la “Dichiarazione sulla fratellanza umana” è la celebrazione di uno storico evento mondiale nato due anni fa, con un messaggio di pace dai saggi a tutta l’umanità che invita alla cooperazione e alla fine delle guerre, promuovere la tolleranza e l’armonia, rifiutando le politiche d’intolleranza, odio e potere.

Lasciatemi prima mandare un saluto di rispetto e ammirazione a mio fratello, papa Francesco, Papa della Chiesa cattolica e amico sulla via della fraternità e della pace. Lo ringrazio per il suo messaggio, “siamo tutti fratelli”, che ha rappresentato una pietra miliare in questo percorso. Spero che il 4 febbraio sarà ogni anno un campanello d’allarme per il mondo e per i suoi leader che li spinga a consolidare i principi della fratellanza umana.

Non ho alcun dubbio che questo documento per essere applicato nella realtà necessiti determinazione e convinzione solida del fatto che siamo tutti fratelli con il diritto di vivere in pace e qualsiasi differenza vi sia tra di loro, è volere di Dio nella sua creazione. Mi impegno, con il volere di Dio, a continuare, per il resto della mia vita in questo mondo, a lavorare con il mio fratello papa Francesco, con i miei fratelli studiosi di ogni religione e con ogni sostenitore della bontà e della pace, per rendere i principi di fratellanza umana una realtà in tutto il mondo.

Oggi, cari fratelli di tutto il mondo, il premio Zayed rappresenta un’iniziativa globale per raggiungere gli obiettivi di questo documento. Vorrei esprimere la mia profonda ammirazione al mio caro fratello, lo Sceicco Mohammed bin Zayed che porta avanti l’eredità benevola di suo padre per sponsorizzare questo documento.

Infine, saluto i miei figli e i mie fratelli del “Comitato Supremo per la fratellanza umana” che lavorano giorno e notte per applicare i nobili obiettivi del documento. E spero che saranno sempre un barlume di speranza e una fonte d’ispirazione per tutti coloro che percorrono questo difficile percorso. La mia più grande stima va a tutti coloro che li sostengono nel servire l’umanità. Grazie e che Dio vi benedica tutti.

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