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L’imprevedibilità del calcio (e dei Grigi)

“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli

L’ultima partita di campionato dei Grigi, quella vinta al novantatreesimo in casa contro un’Albinoleffe mai doma nonostante l’inferiorità numerica, è stata un fantastico manifesto di contraddizioni calcistiche e un esempio di come anche il miglior intenditore possa fallire perché la palla è rotonda e la principale magia del calcio resta l’imprevedibilità. Cominciamo con il dire che l’Alessandria dei primi dieci minuti ha stupito per dinamismo, coordinamento, armonia e, al contempo, efficacia del gioco di insieme, trovando un meritato vantaggio con un gran goal del suo 10, Davide Di Quinzio: senza mezzi termini, una delle più belle prestazioni che si siano viste in questo campionato, sia pur circoscritta ad una manciata di minuti ma, soprattutto una lampante manifestazione del lavoro che Moreno Longo sta cercando di impostare e che, d’improvviso, appariva sbocciato e in grado di generare un connubio di bellezza estetica e di efficacia a cui eravamo oramai disabituati e che, in tutta onestà, il buon Gregucci mai aveva raggiunto.

Poi, dopo il vantaggio, e a distanza di una ventina di minuti, l’espulsione di un giocatore altrui sembrava aver consegnato ai giocatori dell’Orso le chiavi dell’incontro, e invece no: d’improvviso si sono affacciati alla ribalta vecchi fantasmi, quelli di una formazione incapace di imporsi e quasi timorosa di assestare il colpo del k.o. ad un avversario in difficoltà finendo, incredibilmente, per subirlo quasi di fatto ponendo le premesse per un pareggio che i più fini conoscitori dell’ars pedatoria avevano preconizzato e che, nel corso del secondo tempo, si è drammaticamente concretizzato. Ecco allora i Grigi mosci, non in grado di leggere i momenti della partita, lenti, prevedibili e quel che è peggio, assolutamente sterili: l’Alessandria bruttina da vedere e con la gambetta corta, quasi a voler avallare le tesi di coloro i quali sostengono l’inadeguatezza della preparazione atletica.

L’ultimo colpo di scena nel finale: il ritrovato vigore atletico, la determinazione, la brama di vittoria e, quando il cronometro – impietoso – stava per scattare ma le forze non erano estinte vista la gran mole di gioco sviluppata (traversa di Corazza compresa), le rete della vittoria, maturata in un momento in cui anche al più coriaceo degli avversari si sarebbero piegate le gambe e, ironia della sorte, ad opera di un difensore.

La partita con l’Albinoleffe ha regalato poche sicurezze: di certo, i Grigi non sono scarsi, di certo non hanno – almeno all’apparenza – un problema di condizione atletica, e di certo non sono incapaci di giocar bene, ma restano una squadra dal temperamento del tutto imprevedibile e ciò tanto in male quanto, per fortuna, anche in bene.

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