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L’architetto Luigi Visconti è tornato alla Casa del Padre

Lutto in diocesi

Nella mattina di lunedì 31 maggio, all’età di 92 anni, è tornato alla Casa del Padre l’architetto Luigi “Gino” Visconti. Nato il 29 luglio 1928, prima geometra e poi architetto, come spesso raccontava quando veniva a trovarci a Voce, era un volto noto e apprezzato della nostra città e della nostra diocesi. Molti i suoi progetti per le strutture diocesane. Da subito si è interessato a Gelindo, il tradizionale spettacolo alessandrino, ricoprendo il ruolo di “Mafè” fino al 2018. «Faccio parte di sei gruppi: Azione cattolica, gruppo missionario Michel, Terz’ordine francescano, associazione San Francesco, Amici del liceo scientifico» aveva detto in un’intervista al nostro settimanale nel dicembre del 2018.

Un’attenzione, quella per l’associazione San Francesco, che non è mai venuta meno. Uno dei tanti esempi? Per raccogliere fondi per la mensa dei frati, Visconti aveva realizzato una mostra con i suoi disegni a china di tutte le chiese di Alessandria e provincia. È stato anche presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Alessandria, consigliere comunale per la Democrazia Cristiana, ed è stato nel consiglio della Fondazione Cassa di Risparmio. Da ultimo, ma non per importanza, Visconti era vicepresidente del Coro degli Alpini Valtanaro, nel quale cantava. Lascia la moglie Giuliana, cinque figli e sette nipoti. Il Rosario è stato recitato mercoledì alle 19.30, mentre il funerale giovedì alle 10 nella chiesa di Sant’Alessandro, in via Alessandro III, proprio a pochi passi dalla sua abitazione.

Il suo rapporto con il mondo francescano ce lo facciamo raccontare da fra Roberto Rossi Raccagni, Ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini del Piemonte. «L’ho conosciuto quando aveva 70 anni, e la sua presenza all’interno dell’associazione San Francesco non è mai venuta meno con il tempo. Un’anima storica di quel luogo, che si spendeva in tantissime attività. Ricordo ancora quando nel 1995 avevo lavorato con lui per lo spettacolo teatrale “Forza venite gente”: lui aveva fatto la parte di Pietro di Bernardone. Poi, come non citare la sua convinta presenza all’interno dell’ordine francescano secolare, accanto alla sua attenzione all’Azione Cattolica. Rappresentava in pieno queste due anime dell’associazione: da un lato, quella francescana; dall’altro, quella legata all’Azione Cattolica. E poi, sicuramente, la sua passione per Gelindo: penso che il personaggio di Mafè lo rappresentasse profondamente. È stato presidente dell’Associazione negli Anni 50, quei luoghi e quei locali li sentiva davvero come casa sua. Ci mancherà la sua memoria storica per quei luoghi e anche il suo impegno per la Chiesa alessandrina, di cui era appassionato testimone».

Una presenza carismatica anche all’interno del Coro Alpini Valtanaro. Ci racconta, commosso, il presidente Giorgio Barletta: «L’architetto era un grande personaggio per il nostro Coro, un uomo di grande cultura. Si è impegnato costantemente in questi anni di presenza tra noi per donarci varie riproduzioni di disegni delle varie chiese e santuari in cui andavamo a fare un concerto. Un personaggio particolare, un amante della musica e un buon corista. Ancorché non fosse un alpino, era molto attaccato all’Associazione nazionale alpini, e ha sempre dimostrato di interessarsi alle vicende del nostro coro. Rimarrà sempre nei nostri cuori, non lo dimenticheremo mai, come non dimenticheremo mai tutti coloro che lo hanno preceduto. Lo chiamavamo scherzosamente “don Luigi”, il nostro “don Luigi”. Perché era molto ligio e ci spronava a essere coscienti di far parte della fede cattolica. E noi lo salutiamo con un “ciao Luigi, prega per noi!”».

Tanti i disegni realizzati per gli alpini, aggiunge il segretario del Coro Massimo Armando: «Il Coro è nato il 26 febbraio 1997, da subito Visconti è diventato vicepresidente e lo è stato fino all’ultimo. Ho un ottimo ricordo dell’architetto, una persona squisita in tutto, sempre pronta e disponibile. Anche se gli anni avanzavano, era sempre il primo a voler salire sul pullman e andare. Ricordo i viaggi all’estero: Lourdes, Repubblica Ceca, Croazia. Ma anche le tappe alessandrine e nel resto d’Italia. Era il primo a scuotere il coro per farlo partire, non di certo una persona che si tirava indietro. Sempre corretto in tutto. Raccontava spesso che non aveva mai fatto il servizio militare, ma si sentiva alpino nell’anima e nel corpo. Mi vengono in mente i suoi tanti lavori. Per esempio, il logo del Coro e tutte le locandine sono state ideate e dipinte da lui. E quando abbiamo fatto realizzare diversi cd, erano presenti i suoi bozzetti. Ha sempre messo la sua firma ed è sempre stato attivo, fino all’ultimo».

Alessandro Venticinque

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E poi ancora l’intervista all’architetto Visconti su Voce:

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