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«La Madonna ci accompagna nella ricerca della felicità»

Messa dei Centauri 2022: l’omelia di monsignor Gallese

«Carissimi, la Liturgia della parola di quest’oggi ci ha presentato un testo del libro del Deuteronòmio, in cui Dio dice al suo popolo: “Ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima”. A volte, viaggiando con la moto, si sbagli strada… chissà quante volte! E occorre fare una conversione, perché vuoi arrivare alla meta, e ti rendi conto che la strada che hai fatto non ti porta al luogo desiderato. Allora, fai una conversione. Altre volte, invece, ci rendiamo conto che ci sono mete migliori rispetto a quelle che abbiamo pianificato.

Ricordo che nel 1969, con i miei genitori, avevamo programmato di andare con l’auto e la roulotte a Copenaghen, in Danimarca, e ci siamo ritrovati a Oslo (sorride). Fa parte di chi si mette in viaggio, perché si dice: “Però, c’è ancora da vedere questa cosa, attraversiamo verso la Svezia, andiamo in Norvegia, guardiamo i Fiordi”. E così modifichi le mete della tuia vita. L’andare in moto, viaggiare, è la metafora di tante cose della nostra vita. Il Signore, che ci ha creato, sa bene quali cose ci rendono felici, e allora ci insegna a viaggiare. Il viaggio è un’esperienza interessante, perché non possiamo portare tante cose.

Per esempio, il Sindaco di Castellazzo, ieri (sabato 9 luglio, durante lo scambio dei doni tra Centauri, ndr), ha detto: “Ti dono una bottiglia di vino, perché se ti avessi regalato un televisore, sarebbe stato un problema portarlo in moto”. Quando portiamo per un viaggio, lasciamo a casa diverse cose, e ci rendiamo conto che non sono necessarie. Quando viaggiamo, ci rendiamo conto, che le cose che abbiamo in realtà ci bastano in ordine a essere felici. Ed è per questo che l’anno dopo saliamo sulla moto per un altro viaggio, anziché rinunciare perché tropo scomodo. Ma, nonostante non possa portare tutto, questo non mi toglie la felicità.

Dio sa com’è l’uomo, sa delle sue malattie, ovvero l’attaccarsi alle cose che abbiamo, alla vita che facciamo, al superfluo: ci fanno ammalare queste cose, ci fanno cadere malati, e a volte sono un ostacolo per gustare la bellezza, la gioia, e la felicità che stiamo cercando. A volte, le cose stesse sono come dei briganti che ci picchiano, lungo la strada della nostra vita, e ci lasciano lì. Ci occupiamo di tante cose, che alla fine non ci rendono felici, e ci troviamo esamini a lato della nostra vita. Allora, a volte, basta salire su una moto, mettersi in viaggio e capire ciò di cui abbiamo bisogno. E non sono tante cose.

Abbiamo un mondo che ci carica di pubblicità: “Hai bisogno di questo, quello o quell’altro” oppure “devi fare questo, quello o quell’altro”. Quando obbediamo a questi messaggi non siamo felci, perché promettono una felicità finta. Ci liberiamo di tutto, ci mettiamo in viaggio, e troviamo quella libertà interiore, quella bellezza dei luoghi che attraversiamo, quegli incontri che facciamo e capiamo che ci rendono felici. Così è anche il Motoraduno, occasione di amicizia, di incontri, di ritrovarsi. Che bello vedere tante persone che, con il tempo, conosco sempre di più: mi fa piacere rivedersi, anno dopo anno. Abbiamo un’amicizia, però, che è quella da cui abbiamo il dono più grande, in ordine di felicità: ed è l’amicizia di Dio. La Madonna rappresenta il volto materno di Dio che ci guarda, ci è vicino e ci accompagna. Gesù stesso era un viaggiatore, non aveva la moto, ancora non esisteva, ma viaggiava a piedi, con poche cose. E anche quando mandava gli apostoli, diceva: “Non portatevi dietro tante cose, fatevi ospitare e andate avanti”.

Il Signore ci ha insegnato questo stile e, dalla Croce, ci ha donato la sua Madre. Dice all’apostolo Giovanni, un giovane sui 18 anni, che rappresentava tutti noi: “Ecco tua madre”. E alla Madonna: “Ecco tuo figlio”. La Madonna è compagna di viaggio. Perché veniamo qua, al Santuario di Castellazzo? Perché Lei è compagna di viaggio, durante l’anno, non solo oggi. La Madonna ci accompagna perché il nostro viaggio diventi ricerca della felicità.

E, alla fine, quando hai fatto tanti viaggi, ti rendi conto che il bello non è la meta, ma è il viaggiare stesso con i compagni che hai accanto. Devo dirvi, tra tutti, il mio compagno di viaggio preferito è Dio. Anche se vado in giro sempre con molta gente. E, tra poco, con circa 90 giovani andremo a fare il Cammino di Compostela, il percorso portoghese, e incontreremo il papa Francesco l’8 agosto. Ma mentre cammino, il mio compagno segreto è Dio che riesce a dare senso tutto della mia vita, anche alle sofferenze… il Vescovo ne ha pure lui, non ne è esonerato (sorride).

Ecco, carissimi fratelli e sorelle, io vi auguro di portare con voi la Madonna con il suo sguardo d’amore e di pace. Portate questo sguardo dietro, e quando viaggiate, sappiate che Dio veglia sempre su di noi, affinché i nostri viaggi diventino sempre più pieni di senso e portatori di gioia. Ecco perché siamo qui a celebrare l’Eucarestia, il sacramento che trasforma i problemi in salvezza. Gesù trasforma la sua morte per tortura, un “piccolo” problema, in salvezza per tutti gli uomini. Questa è la metafora della nostra vita e del nostro viaggiare: Cristo si rende presente, per esserci compagno di strada.

Che il Signore vi accompagni su tutte le vostre strade, e vi possa guidare alla felicità che Lui, meglio ancora di noi stessi, conosce. Sia lodato Gesù Cristo».

† monsignor Guido Gallese
Vescovo di Alessandria

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