Sergio Mattarella ad Assisi
«La nostra Costituzione ha, coerentemente, iscritto la pace come fondamento e traguardo della nostra comunità. Quella pace tradita proprio nel cuore dell’Europa, che, nella prima metà del secolo scorso, aveva conosciuto gli abissi del male e si era riscattata con nuovi ordinamenti interni e internazionali. Non ci arrendiamo alla logica di guerra, che consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni. Che sta rendendo il mondo più povero e rischia di avviarlo verso la distruzione. E allora la richiesta di abbandonare la prepotenza che ha scatenato la guerra. E allora il dialogo. Per interrompere questa spirale». Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio alla Nazione pronunciato ad Assisi, martedì 4 ottobre, in occasione della festa di San Francesco di Assisi, patrono d’Italia.
«La pace è un diritto iscritto nelle coscienze e rappresenta l’aspirazione più profonda di ogni persona, appena alza lo sguardo oltre il proprio presente» ha proseguito Mattarella. «La pace non è soltanto assenza di combattimenti bensì, ci ricorda san Francesco, è connaturata all’armonia con il Creato. Quando si consumano a dismisura le risorse, quando si depreda la natura, quando si creano disuguaglianze tra i popoli, quando si inaridisce il destino delle generazioni future, ci si allontana dalla pace» ha concluso il Presidente della Repubblica.
Leggi qui l’angelus di papa Francesco di domenica 2 ottobre
Leggi anche:
-
-
Intervista esclusiva a Fausto Biloslavo, da 40 anni inviato di guerra
-
Intervista a don Egidio Montanari da Leopoli: «Di fronte a chi distrugge noi costruiamo»
-
Toni Capuozzo: «In guerra non vince nessuno»
-
Il fotoreporter Francesco Malavolta: «Negli occhi di chi passa al confine c’è l’orrore. L’orrore della guerra»
-
Sabato Angieri, giornalista a Odessa: «Negare questa guerra vuol dire non voler vedere»
-
Conflitto in Ucraina: vincere il male con il bene
-