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Il lavoro della commissione sulla Tutela dei minori

Piemonte e Valle d’Aosta

«Abbiamo intrapreso un cammino senza clamori, lontano dall’attualità della cronaca. Un cammino fatto di discrezione ma, speriamo, anche di sostanza. Oggi l’obiettivo principale non è l’intervento immediato nell’emergenza, che non c’è, quanto piuttosto il seminare formazione». Monsignor Marco Brunetti, vescovo di Alba, è il delegato della Conferenza episcopale piemontese per il Servizio regionale di Tutela dei minori: una nuova rete presente ormai in quasi tutte le diocesi italiane e che ha il compito primario di attrezzare la Chiesa italiana, a ogni livello, con strumenti utili a prevenire gli abusi.
Mentre a livello nazionale si sta preparando l’indagine che, come già avvenuto in altri Paesi, aiuterà a conoscere nel dettaglio il problema, le diocesi del Piemonte continuano nel lavoro di “semina”: in ognuna delle Chiese locali è stato individuato un referente diocesano che ha il compito di coordinare il servizio sul territorio, anche con l’aiuto di esperti (psicologi, avvocati, operatori sociali, insegnanti ed educatori). Un servizio che intende essere, in questa fase, soprattutto di ascolto. È stato creato un indirizzo regionale di posta elettronica (tutelaminori@cepvda.it) a cui fare riferimento. A quell’indirizzo possono fare riferimento sia le persone singole sia le strutture ecclesiali per avere tutte le informazioni necessarie. La documentazione si trova anche sul sito https://tutelaminori.chiesacattolica.it/. Le inchieste finora svolte in Italia hanno mostrato che, nei mondi ecclesiali, la percentuale di casi di abuso è leggermente superiore alla media generale della popolazione (4%): occorre dunque un intervento efficace e mirato in quei luoghi in cui si fa formazione, dai seminari alle scuole per insegnanti di religione, ai corsi per educatori di comunità. In questi primi due anni il Servizio regionale ha dedicato molto tempo alla formazione dei referenti diocesani, con incontri online e in presenza. Nella due giorni tenuta a luglio ad Altavilla d’Alba (CN) è intervenuto anche don Gottfried Ugolini, coordinatore del Servizio interdiocesano del Triveneto. La sua esperienza lo porta a sottolineare il valore fondamentale della vigilanza, a cominciare dagli ambienti scolastici e familiari: lì si possono notare i primi segnali di dissonanza dei ragazzi. Quando improvvisamente non vogliono più frequentare un gruppo cui erano molto legati, o certe persone a scuola o in parrocchia. Da questa attenzione educativa nasce la prevenzione autentica, e la possibilità di non entrare nei tunnel dell’abuso.

Marco Bonatti 

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