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Caleidoscopi poetici e in 3D

“Collezionare per credere” di Mara Ferrari

È stato l’amico Marco Piccotti a farmi venire la voglia di collezionare (e usare!) caleidoscopi, soprattutto quelli cartonati che molte aziende utilizzano ancora oggi per veicolare il proprio brand a guisa di omaggio. A proposito di omaggio, Marco mi ha regalato una copia della silloge “Caleidoscopio” (edita da BookSprint nel 2021) che l’amata consorte, la poetessa e aforista Angela Gagliardi, aveva composto prima di congedarsi dalla sua vita terrena, animata da tanta fede. Infatti, come si legge sul retro “l’attenzione dell’autrice è particolarmente rivolta alla ricerca della fede col merito d’indurre il lettore a meditare su cosa sia, su come la si concepisce e la si interpreta, se veramente la si possiede in base ai propri comportamenti”.

Il volumetto “Caleidoscopio”, dalla copertina sgargiante, raccoglie liriche, aforismi e riflessioni sui travagli dell’esistenza, imperlando tuttavia la fronte di noi lettori di quelle gocce di favole che riescono a placare ogni tormento, in primis interiore. Si prenda, per esempio, la seguente riflessione: «Mio Dio, come sono strane e tortuose, le vie per comprendere le Tue ragioni. Per ognuno di noi, ti manifesti in modo diverso. Quel che ho imparato, lo devo solo a Te e mi domando: “Perché hai aspettato tanto a manifestarti?”. Ora so che, per ogni cosa, hai il tuo tempo». La parola “caleidoscopio” deriva dal greco, accostando i termini “bello” e “figura”; tre specchietti rettangolari e cinque schegge di plastica colorata riescono a produrre centinaia di decorazioni geometriche, in grado di cambiare continuamente a ogni minima rotazione dello strumento.

Una leggenda volle che dovesse aiutare i tessitori musulmani a inventare nuove fantasie decorative, essendo loro vietato per motivi religiosi di riprodurre immagini della natura. In realtà il caleidoscopio sembra essere, almeno geograficamente, lontano dalle moschee: nato come apparecchio ottico, in seguito divenuto gadget ludico, venne brevettato dallo scienziato scozzese David Brewster (1781-1868). Da bambino prodigio, per diletto, Sir Brewster costruì da solo un telescopio all’età di 10 anni e dedicò il saggio “Nuovo manuale di magia naturale e divertente” ai giochi tecnologici antichi, fra i quali i giocatori di scacchi automatici del barone di Kempelen.

Di caleidoscopi se ne trovano svariati modelli, per ogni tasca: per esempio, quelli che impiegano le biglie che all’interno presentano un ventaglio di colori, al posto dei frammenti di plastica. Ancora oggi numerosi webdesigner utilizzano i caleidoscopi come aiuto per ottenere forme geometriche da inserire nei siti web. Per tutto il mese di giugno si avrà modo di apprezzare molti soggetti “caleidoscopici” nella rassegna dedicata alla tecnica del chiacchierino, che si terrà nei locali della Gambarina.

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