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Daniele Novara ci aiuta con i “tasti dolenti”

“La recensione” di Fabrizio Casazza

Per riuscire a superare gli ostacoli che la vita presenta occorre avere il coraggio e la saggezza di riconoscere ciò che ci sta alle spalle, esattamente come per superare in auto bisogna guardare prima lo specchietto retrovisore. Così è necessario esaminare quel «condensato emotivo e psichico che rimanda agli strati più profondi della vita infantile, alla memoria di un qualcosa di doloroso subito ripetutamente». Tale «residuo infantile che si presenta in termini di reazione emotiva» il pedagogista Daniele Novara lo definisce «tasto dolente», che dà proprio il titolo al suo ultimo lavoro, pubblicato da Bur Rizzoli, La manutenzione dei tasti dolenti. Come riconoscerli e gestirli per stare meglio con se stessi e gli altri (pp 201, euro 16).

In altre parole il tasto dolente «è quella risonanza che ti fa stare talmente male da non riuscire a gestire il conflitto, perché rievoca una ferita prolungata dell’infanzia», il periodo più importante dell’esistenza perché vi si pongono le fondamenta di ciò che l’adulto è. In questa prospettiva le avversità possono rivelarsi occasioni o di tracollo o di misurazione con le proprie forze, trovando nuove idee e imbastendo nuovi progetti. «In fondo, ognuno di noi, in un conflitto, vive una riconnessione con l’infanzia, un tentativo di risanarne le ferite, di difendere quel bambino o quella bambina che siamo stati, alla ricerca di un riscatto e di un risarcimento».

È importante in questo senso saper gestire i conflitti. Il volume offre preziosi suggerimenti che qui schematicamente riassumiamo: non cercare un colpevole, evitare consigli non richiesti, integrare i diversi punti di vista invece di cercare di avere ragione, non attaccare la persona che non può essere identificata con i suoi difetti, ascoltare senza fare commenti e interferire continuamente, prendere l’altra persona sul serio ma non alla lettera, fornire informazioni piuttosto che consigli, formulare proposte piuttosto che comandi, chiedere il permesso per evitare invadenze, porre domande di cui non si conosca già la risposta.

Il capitolo finale è dedicato ai genitori, spesso in difficoltà nella “gestione” dei figli perché «nel passaggio da essere figli a diventare genitori non ci si può esimere dal tirar fuori quello che si è stati come figli». Insomma, si tratta di un libro profondo, ricco di suggerimenti concreti, integrabile con il sito internet suggerito in epilogo www.metododanielenovara.it.

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