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Il cardinal Ravasi e “Tre. Divina aritmetica”

“La recensione” di Fabrizio Casazza

Secondo il dizionario Treccani la gematrìa è «una tecnica cabalistica cui facevano ricorso, a scopo crittografico, alcuni antichi scrittori e di cui si hanno esempi nella letteratura apocalittica giudaico-cristiana: consisteva nel sostituire al nome, per lo più di persona, un numero ottenuto sommando i valori numerici usualmente attribuiti (presso popoli che, come gli Ebrei e i Greci, non avevano numeri e li indicavano mediante lettere dell’alfabeto) alle singole lettere componenti il nome stesso.

Così, per esempio, nel libro I, 326-330, degli Oracoli sibillini, il nome di Gesù, in greco ᾿Ιησοῦς, è sostituito dal numero 888 (che è appunto la somma dei valori delle lettere ι = 10, η = 8, σ = 200, ο = 70, υ = 400, σ[ς] = 200); altro noto esempio è il numero 666, che secondo alcune non sicure interpretazioni, alluderebbe a Nerone nell’Apocalisse di Giovanni, 13, 18: “Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia: è infatti un numero d’uomo e il suo numero è seicentosessantasei”». Del resto «in tutte le culture il numero non è solo quantitativo-computazionale, ma anche qualitativo-metaforico» (pp 7-8).

Sulla base di questa convinzione si sviluppa la collana Storie di numeri delle edizioni Il Mulino, nella quale presentiamo Tre. Divina aritmetica (pp 176, euro 13). L’autore è il cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, biblista, noto volto televisivo e penna autorevole su numerosi quotidiani e riviste.

Il volume conduce un’analisi sulle triadi presenti nella natura, nell’antropologia, nella letteratura, nelle religioni, nella Bibbia, fino a giungere al cuore della fede cristiana, la Trinità, «un sorprendente monoteismo plurale basato su una comunione dialogica interpersonale» (p. 120). La conclusione dell’esplorazione è che «la numerologia spirituale, al di là degli arabeschi allegorici ricamati dalla gematria, esprime la convinzione che nel creato si distenda una trama mirabile, composta non tanto di cifre mensurali o ponderali statiche o dinamiche, ma soprattutto di segni metaforici e di leggi segreti affascinanti» (p. 168). In altre parole, il mondo è pieno di numeri che insieme formano un tessuto che va ben al di là del valore numerico per indicare un oltre, che vale la pena di indagare, studiare, scoprire.

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