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Un “Remigino” alla memoria

Pecetto di Valenza

Domenica 1° ottobre in occasione della solennità di San Remigio, Patrono di Pecetto, durante la solenne celebrazione eucaristica, saranno assegnati i ”Remigini pecettesi”, massimo riconoscimento conferito dal Comune e dalla Parrocchia a personaggi illustri. Quest’anno uno dei due riconoscimenti verrà assegnato “alla memoria” del tenente Giorgio Maggi, nato ad Alessandria il 12 novembre 1917.

Dopo il diploma di ragioneria nel 1936 entrò alla Regia Accademia Militare di Modena dove, alla fine del primo anno, venne nominato “scelto” e alla fine del secondo anno ricevette in premio la sciabola della 22ª Divisione fanteria “Cacciatori delle Alpi”.Terminata l’Accademia nel 1938, venne nominato sottotenente in servizio permanente effettivo e frequentò la scuola di applicazione di Parma, per essere poi assegnato al 37º Reggimento fanteria “Ravenna” di stanza ad Alessandria.

Nel giugno 1940, quando l’Italia entrò nel secondo conflitto mondiale, prese parte alle azioni di guerra sul fronte italo-francese, nel quale si distinse tanto da essere decorato con la croce di guerra al valor militare con la seguente motivazione ricavabile dal Regio Decreto 13 novembre 1941: «Comandante di una pattuglia prima e comandante di compagnia poi, sotto violento fuoco nemico conduceva il suo reparto a brillanti successi, dimostrando sprezzo del pericolo, ardimento e capace azione di comando. Viaduc de Scarassoni, Fontan. Cime Pezurbe, 16-24 giugno 1940». Promosso tenente, il 6 dicembre 1940 fu inviato in Albania ed assegnato alla 6ª Compagnia del 49º Reggimento fanteria “Parma”.

Sul fronte greco–albanese venne subito dislocato in prima linea, dove il Regio Esercito combatteva in situazioni molto difficili dovute al terreno montuoso e particolarmente fangoso, nonché al rigido clima invernale. Il 13 febbraio 1941 “alla testa dei suoi uomini, con audacia e grande valore, si slanciava all’assalto per ricuperare un’importante posizione. Ferito, rifiutando ogni cura, continuava nell’azione e, ricacciato l’avversario, resisteva con ardimento ai rinnovati urti di soverchianti forze nemiche. A tarda sera, definitivamente stroncato l’ultimo e più forte attacco nemico, mentre in piedi sulla trincea inneggiando alla vittoria conseguita e con la visione del nemico in fuga, rincuorava i propri uomini, colpito da granata che gli squarciava il petto e le gambe, cadeva da eroe. Luminoso esempio di eroica fede e di indomito coraggio.

Bregu Saliut (fronte Greco), 13 febbraio 1941”. Grazie a questo intrepido gesto di coraggio il tenente venne insignito della Medaglia d’oro al valore militare. In sua memoria domenica prossima, su proposta del professore diacono Luciano Orsini, che dell’Ufficiale aveva conosciuto la madre, presso la scuola primaria “Carlo Orsini” di Pecetto di Valenza gli verrà dedicata un’aula, così com’era già stato nei primi Anni 50 del secolo scorso. È questa una buona occasione per presentare alle future generazioni un esempio di coraggio e altruismo che ha consentito a un valoroso giovane, posto al comando di un plotone, di sacrificare se stesso piuttosto che esporre a morte certa i suoi uomini.

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