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Gli anziani hanno bisogno dei sacerdoti

Don Giovanni Bagnus racconta il suo servizio nelle case di riposo di Casal Cermelli, Portanova e Castelferro

Don Giovanni Bagnus, 39 anni, è il nuovo moderatore dell’unità pastorale Orba della Diocesi di Alessandria: «Ho iniziato il mio mandato ai primi di ottobre e ho fatto il mio ingresso a novembre. In questo mese mi sono guardato attorno e ho visto che nella nostra nostra unità pastorale ci sono quattro case di riposo: due a Casal Cermelli, una a Portanova e una a Castelferro. Mi sono domandato quali fossero le reali necessità di questi anziani, dal punto di vista della fede. E se, soprattutto nel post Covid, avessero avuto la possibilità di incontrare il parroco, di partecipare all’Eucarestia e anche alle confessioni».

Don Giovanni, partendo da questa domanda, ci puoi raccontare che cosa hai visto?

«Mi sono reso conto che non era così scontata la presenza del parroco in ambienti con anziani, e allora ho pensato che almeno una volta al mese vorrei celebrare una Messa con loro ed essere a disposizione per ascoltarli. Con l’occasione dell’1 e del 2 novembre sono partito questo progetto e ho celebrato la Santa Messa in ognuna delle case di riposo. Ho riscoperto nei nostri anziani una grande voglia di essere ascoltati. E non da una persona qualsiasi, ma da un sacerdote. La cosa che mi ha colpito di più è stata la commozione di molti nel vivere questo momento insieme, testimoniata da ringraziamenti e abbracci. E dunque, per il Santo Natale faremo la stessa cosa».

In loro c’è una richiesta di partecipare alla Messa?

«La solitudine che molti vivono colpisce sempre. Questo stare accanto e fare compagnia fa sì che non si sentano soli, perché sanno che qualcuno comunque c’è. Mi hanno raccontato anche tutti i ricordi che avevano da giovani, quando partecipavano assiduamente alla vita parrocchiale. In alcune case di riposo ci sono anche dei laici che vanno a recitare tutte le settimane il Rosario. A Portanova c’è il diacono Francesco Zucca che fa un ottimo lavoro. Mi sono reso conto che questi momenti di preghiera vanno benissimo, ma la Messa e l’Eucarestia sono un’altra cosa. Le persone anziane desiderano la presenza del Signore in mezzo a loro. Dà un senso alla loro condizione, tra i problemi fisici, l’età e la solitudine».

Ma c’è anche dell’altro…

«Sì, l’altro impegno che ho preso è stato di chiedere ai parrocchiani dell’unità pastorale di aiutarmi segnalandomi quali sono gli anziani e i malati della zona. Anche in questo caso, ci sono i ministri straordinari dell’Eucarestia, sempre laici, impegnati nel portare la Comunione a chi non può venire a Messa. Ma c’è forte il desiderio, soprattutto nei paesi, di incontrare il prete, avere un dialogo con lui. Direi che oggi il problema dei sacerdoti non è la mancanza di voglia nell’andare a casa dei fedeli più fragili, ma consiste nel fatto che siamo pochi. E abbiamo, oltretutto, un carico di impegni non solo di carattere pastorale, ma anche amministrativo».

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