Home / Diocesi di Alessandria / «Ma questo perché viene a Lourdes?»: intervista ad Andrea Serra

«Ma questo perché viene a Lourdes?»: intervista ad Andrea Serra

Pellegrinaggio diocesano dall’1 al 5 luglio 2024, la parola al presidente dell’Oftal alessandrino.

Che ci racconta la sua esperienza

Il 1° luglio partirà da Alessandria il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Lourdes. Abbiamo chiesto ad Andrea Serra, presidente della sezione alessandrina dell’Oftal, di raccontarci meglio come sta andando la preparazione di questo importante appuntamento.

Andrea, come sta andando?

«Bene! Stiamo affinando gli ultimi dettagli con le strutture ricettive: l’impatto del Covid si fa ancora sentire. Fino a qualche anno fa eravamo più di 500, ma ora i numeri sono diversi: arrivare a metà di quelle cifre è ancora un miraggio. Devo dire che in tanti sono rimasti abituati alla modalità di pellegrinaggio come è sempre stato da metà Novecento. Ma in questi anni tutto è cambiato, anche le esigenze delle persone sono cambiate».

Ci puoi raccontare meglio questo cambiamento?

«Fino al 2019, complice anche il viaggio in treno, il pellegrinaggio era una vera e propria avventura. Per non parlare di quando ho iniziato io: tutto era più spartano. Ora, anche a causa di un innalzamento dell’età media dei partecipanti, i servizi che dobbiamo offrire sono diversi. Ma il cambiamento non intacca il cuore di questa esperienza». 

E i giovani, invece?

«Da anni abbiamo capito che il periodo non è dei più felici, soprattuto per quelli nella fascia 18-25 anni: tra gli esami di maturità e la sessione universitaria, partire non è sempre facile né scontato. Qualche giovane però ci prova e, facendo qualche salto mortale, riesce a partecipare! Abbiamo un “buco” di età, ma quelli che scoprono Lourdes da ragazzi spesso sentono un richiamo e ritornano quando sono più grandi. Tanti di loro restano comunque legati a Lourdes e alla nostra associazione. Sono tanti quelli che ci aiutano anche da casa, o che scelgono di tornare con altre modalità: dal pellegrinaggio interdiocesano a ottobre, all’esperienza dello “stage” (volontariato presso l’organizzazione del Santuario, ndr)».

Perché con voi vengono anche ragazzi più giovani, dai 12 ai 16 anni.

«Ormai da diversi anni è attiva la proposta della “Green Car” che si propone di aiutare i ragazzi e le ragazze dai 12 ai 16 anni a vivere l’esperienza del pellegrinaggio commisurata alla loro età. Arrivano da percorsi diversi: chi dalla parrocchia, chi dagli scout, chi da altri movimenti, chi semplicemente su invito di un amico. Abbiamo con noi anche bambini più piccoli e, grazie ad alcune mamme che hanno una lunga esperienza come dame (le volontarie dell’Oftal, ndr), riusciamo a dare una mano alle famiglie con bimbi».

Ecco: e i volontari?

«A oggi, tra dame e barellieri ci aggiriamo sulla settantina di iscritti, con una forbice che va dai 17 agli 80 anni, forse anche oltre. Non nego che, per tutti i servizi e per poter accompagnare al meglio ammalati e pellegrini, sarebbe auspicabile essere di più. Ma faremo del nostro meglio».

Puoi darci un’anteprima? Come stanno andando le iscrizioni?

«Molto bene! Il numero di persone già iscritte è cresciuto rispetto all’anno scorso. Basti pensare che se nel 2023 eravamo 190 alla partenza, ora siamo già a quella cifra e contiamo di superarla: in tanti si iscrivono nelle ultime settimane, quasi al fotofinish. Se i posti sull’aereo andranno a esaurirsi, per il bus c’è tempo fino al 22 giugno».

Ci dicevi che sarà un pellegrinaggio diverso: perché?

«È una modalità che si sta evolvendo, con una maggiore attenzione a chi viene come pellegrino. Per tanti anni ci siamo un po’ dimenticati di loro, ma ora vogliamo essere più attenti. Tra i pellegrini, non dimentichiamoci, ci sono anche persone che hanno una malattia, magari non visibile, e che preferiscono alloggiare in albergo con parenti e amici. Stiamo lavorando perché i volontari che coordinano gli alberghi siano preparati per poter accompagnarli al meglio nel vivere l’esperienza: sia per chi è alle prime esperienze, sia per chi ormai è un pellegrino “veterano”. Alla fine, però, nonostante le diverse casacche, tutti siamo alla ricerca di un “qualcosa”, di un “perché”».

Andrea, ma tu perché parti?

«Bella domanda (sorride)! Parto perché Lei, la Madonna, mi chiama: sono attirato tutti gli anni! E pensa che i pellegrinaggi e gli stage più belli sono quelli per i quali all’inizio non ho voglia di partire. Poi arrivi lì e Lei ti rimette in carreggiata. In questi anni sto riscoprendo sempre di più la figura di monsignor Alessandro Rastelli (1883-1960), fondatore dell’Oftal. La sua storia è affascinante: un uomo, un prete moderno nonostante la sua epoca, lungimirante e con una mentalità che non passa. Ancora oggi stiamo costruendo tutto sulla sua idea, sulla sua intuizione. E ogni volta ci sono degli spunti nuovi».

Quindi si tratta di tornare all’origine per ripartire rinnovati, non trovi?

«Sempre! Serve tornare al cuore del messaggio di Lourdes, tornare al “perché”. Quel messaggio vale per gli uomini e per le donne di tutti i tempi, è sempre attuale anche con i suoi 166 anni. Ma dopo un po’ di tempo non ti basta più il solo “metterti a disposizione”, il “dare una mano”. Con gli anni nasce un moto verso l’altro, nel confronto e nell’amicizia. Con i fratelli e le sorelle, ma soprattutto con Dio. E questo ti mette in un’ottica diversa, anche verso chi ti ritrovi accanto nel servire: sono persone come te, con i loro pregi e le loro difficoltà. Tante volte ho pensato: “Ma questo perché viene a Lourdes?”. E oggi mi rendo conto che siamo tutti sulla stessa barca: c’è magari chi ha fatto qualche esperienza che lo ha aiutato a maturare. Ma è solo questione di opportunità».

Origine sì. Ma anche novità.

«Mi viene in mente il “Gesto dell’acqua” che ha preso il posto del bagno alle piscine in tempo di Covid: dopo 40 anni di servizio alle piscine, reputo questa novità come una cosa bella, alla portata di tutti. Ha avvicinato tantissime persone, anche famiglie intere. E infatti oggi dalle piscine passa più gente di un tempo, anche se paradossalmente, a Lourdes si recano meno pellegrini. È cambiato radicalmente il modo: non più fiumane di pellegrinaggi organizzati, ma tante famiglie e singoli che vivono la proposta del Santuario per qualche giorno». 

Un invito a partire con voi?

«A chi è anni che non torna mi sento di dire: “Vieni, perché tanto è cambiato, ci sono opportunità nuove”. A chi non è mai partito: “Parti e farai una scoperta che nessuno riuscirà mai a spiegarti. Vieni e vedi”. Ciascuno resta colpito da Lourdes a suo modo: la Grotta, le piscine, la Via Crucis, le celebrazioni… Ma non ho mai sentito nessuno restare “colpito” dagli ammalati: l’altro diventa una persona come me, un amico con il quale cercare la stessa cosa. In fondo, siamo tutti pellegrini». 

Andrea, vuoi aggiungere qualcosa?

«Vorrei ringraziare il nostro Vescovo che anche quest’anno parte con noi, ci guida e ci fa vivere con maggiore intensità questa esperienza. E poi la mia gioia sono i ragazzi della “Green Car”: hanno un’irrefrenabile voglia di spendersi, di conoscere e di capire. Mettendosi in gioco non solo con la loro energia, ma anche, e soprattutto, con il cuore. Il mio augurio è che tutti noi possiamo tornare rinnovati».

Le iscrizioni sono ancora aperte: per maggiori informazioni si può chiamare la sede Oftal al numero 0131 441080, o passare in via Plana 49 ad Alessandria (lunedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12, mercoledì dalle 15.30 alle 18, martedì dalle 21.30 alle 22.30).

Giorgio Ferrazzi

LEGGI ANCHE: Da Alessandria a Lourdes: un’esperienza che lascia il segno

Check Also

Uniti nel dono – La nostra Diocesi festeggia la Giornata ecumenica del Creato

Don Di Luca: «Un’opportunità per ripensare il nostro stile di vita. Fermiamoci e ragioniamo sulle …

%d