Care lettrici
cari lettori,
apriamo questo numero di Voce con l’intervista di Daniele Rocchi, giornalista di AgenSir, agenzia di stampa cattolica, ad Anton Asfar, Segretario generale di Caritas Jerusalem. Ci viene raccontata la vita (se si può chiamare così) a Gaza, sintetizzata da questa immagine che non dovrebbe lasciarci tranquilli: «La gente vaga tra le macerie come fantasmi affamati». La gente, ma prima di tutto i bambini. I bambini di Gaza (e non solo), le cui urla di fame e disperazione stanno lacerando il cuore di Dio. Il dramma è tale da non poter essere ridotto a una questione di schieramento politico, a favore dell’uno o dell’altro. Lo spiega bene Anna Foa, storica ebrea, in un articolo pubblicato in prima pagina su “Avvenire” di mercoledì 28 maggio 2025: «Sappiamo bene che questa prospettiva (l’avvio di trattative per arrivare alla pace, ndr) ha due nemici: in primo luogo il governo razzista e fanatico di Netanyahu, pronto a fare un numero infinito di morti tra i palestinesi per evitare di porre fine alla guerra, di affrontare le sue responsabilità e di accettare la nascita dello Stato palestinese. In secondo luogo, inversamente e specularmente, Hamas, ugualmente contraria alla nascita di uno Stato palestinese e in lotta per la creazione di una Palestina dal fiume al mare, priva di ebrei». Sempre mercoledì un altro storico illustre, Franco Cardini, ha dichiarato in un’intervista a “Repubblica”: «Netanyahu rischia di consegnare il suo Paese mani e piedi all’antisemitismo. Sta andando contro il ruolo storico esercitato da Israele. E così spingerà la popolazione palestinese ancora verso Hamas. Spero che tutto ciò non sia però esattamente quello che lui vuole: seminare ancora più Hamas e raccogliere ancora più mattanze (…) Hanno sparato nel mucchio. Come si fa ad accettare la morte di tutti quei bambini?».
Come facciamo ad accettare la morte di tutti quei bambini? Signor Netanyahu, so che lei non mi leggerà mai ma io non voglio essere suo complice, anche solo con il silenzio e l’indifferenza. Le rivolgo un appello: si fermi! Si ricordi che quando Dio la chiamerà in giudizio, le mostrerà quegli innocenti che lei ha fatto morire: sotto le bombe, di fame o di sete… Non le è sufficiente la rappresaglia che ha messo in atto finora, dopo quel maledetto 7 ottobre 2023, giorno dell’inaccettabile attacco di Hamas al suo Paese? Signor Netanyahu, la vendetta è un mostro insaziabile. E alla fine divora anche chi la alimenta.
Andrea Antonuccio – direttore@lavocealessandrina.it
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