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Domandare è lecito

Domandare è lecito

Ringraziare è cortesia (e segno di fede)

Quante volte abbiamo invocato l’aiuto dei santi nei momenti di difficoltà. A volte capita per le cose più banali, ed è successo anche a me di invocare sant’Antonio da Padova (il santo delle cose perdute) mentre, di fretta, stavo cercando le chiavi di casa, oppure, trafelato, un parcheggio vicino casa. Fa parte della nostra indole affidarci a qualcuno nei momenti di difficoltà e quando siamo soli, tendiamo a rivolgerci ai santi e a Dio. Capita anche per le cose più serie, come una malattia o un problema in famiglia, così come è capitato ai dieci lebbrosi che per il solo fatto di essere “malati” sono stati cacciati dalle loro comunità perchè impuri. Nessuno a quei tempi poteva avvicinarsi ai lebbrosi. Anche a me è capitato più volte di affidarmi a Dio durante i momenti difficili della mia vita, è stato na- turale. All’inizio pensavo fosse una questione di fede, ma con il tempo ho capito che invece la spinta più forte veniva dalla paura di restare solo. Se abbiamo paura tendiamo a chiedere aiuto, altrimenti siamo certi di potercela fare da soli, ci diciamo che risolvere i problemi è solo una questione di organizzazione. Ai più fortunati, ed io lo sono stato, capita anche di essere esauditi, esattamente come è successo ai dieci lebbrosi, che non sono sta-ti guariti immediatamente da Gesù (come avrebbero sperato), ma sono stati mandati dai sacerdoti. Ne- anche i sacerdoti li hanno guariti, ma il loro mettersi in cammino, potremmo dire il loro affidarsi a Dio. “E mentre essi andavano, furono purificati”. Ci verrebbe subito da dire che il loro affidarsi li ha salvati, che il semplice mettersi in cammino è stata la prova di fede che Dio attende dopo averci salvati. E invece non sembra essere così, almeno non per Gesù. Uno di loro (possiamo dire il 10% dei guariti), il meno considerato, un samaritano, “vedendosi guarito tornò indietro lo- dando Dio a gran voce e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo”. Questo Samaritano, dopo aver recuperato la propria salute e il proprio status sociale, pur non avendo più bisogno di Gesù, torna da Lui, solo per ringraziarlo. Ed ecco il colpo di scena. “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!” e ciò che abbiamo confuso per salvezza, ovvero la “guarigione”, viene rivelata solamente quando il Samaritano è stato in grado di dire “grazie”, pur non avendone bisogno, quando la sua relazione con Dio si è liberata dai vincoli dei bisogni terreni. Quante volte abbiamo invocato l’aiuto dei santi nei momenti di difficoltà. Anche a me è capitato spesso, ma da quando ho capito cos’è la salvezza, ringrazio Dio ogni giorno per averlo capito.

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