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Vescovi del Piemonte: Amoris Laetitia

I vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta, in comunione con papa Francesco, hanno elaborato nel corso del 2017 alcuni orientamenti, per dare attuazione all’Esortazione Amoris laetitia. Questi sono pubblicati ora in una Nota dal titolo: Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito. Accompagnare, discernere, integrare. L’obiettivo della Nota è invitare a uno stile di vicinanza e di attenzione a tutte le famiglie. Seguendo le indicazioni di Amoris laetitia, propone anche indicazioni utili per affrontare le situazioni delle coppie e delle famiglie il cui amore è ferito o sofferente. Per affrontare concretamente la realtà di chi vive una situazione familiare ferita o lacerata la Nota riprende dal cap. VIII dell’Esortazione Amoris laetitia, tre passi tra loro connessi: accompagnare, discernere, integrare. Il primo passo riguarda l’accompagnamento dei fedeli in tutte le diverse situazioni, per comprendere in primo luogo qual è la storia di ciascuna famiglia e come essa si è creata. Le storie familiari possono essere molto diverse tra di loro. Suggerisce un accompagnamento di coppia e mai di massa, in un clima di ascolto. Per questo, la Nota invita ogni diocesi a dotarsi di uno “spazio d’accoglienza”, in cui si potranno valutare le diverse situazioni. Il secondo passo concerne il discernimento. Il documento dei vescovi insiste molto sul fatto che il discernimento avviene in un dialogo disteso nel tempo, tra il sacerdote e la coppia o anche soltanto uno dei coniugi. Tale compito è affidato a tutti i sacerdoti, che possono seguire le coppie in questo cammino. Il terzo e ultimo passo conduce all’integrazione nella partecipazione alla vita della Chiesa. La Nota distingue le semplici convivenze; gli sposati solo civilmente; coloro che sono separati (o anche divorziati) e restano in questa condizione; i separati divorziati risposati civilmente. Nei primi due casi, l’integrazione consiste nell’accompagnare verso il sacramento del matrimonio “cristiano”, accompagnando la coppia a riflettere sulla definitività della scelta e sulla realtà del sacramento. La Nota rassicura che, per i separati e/o divorziati rimasti tali, non vi è alcun impedimento alla testimonianza ecclesiale e alla vita sacramentale. Invece, per i divorziati risposati civilmente bisogna affermare che la loro situazione non è l’ideale del Vangelo e l’integrazione deve realizzarsi distinguendo tra situazioni molto diverse, senza catalogarle o rinchiuderle in affermazioni troppo rigide. La Nota affronta anche il tema dell’accesso ai sacramenti e della partecipazione alla vita della Chiesa. In prima istanza, prende in esame la situazione di una coppia risposata civilmente, in cui entrambi i coniugi siano cristiani con un cammino di fede, proponendo, sulla scia di quanto è indicato dai vescovi della regione pastorale di Buenos Aires, esplicitamente approvato dal Santo Padre, l’impegno di astenersi dagli atti propri dei coniugi e accedere ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, senza suscitare scandalo per la fede altrui. Qualora questo percorso non fosse praticabile, la Nota – aderendo alle indicazioni di Papa Francesco – parla di un percorso di integrazione caso per caso.

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